Arriva la sentenza della Corte di Cassazione per la strage di Rigopiano. I giudici della Sesta Sezione Penale della Cassazione hanno riformato la sentenza di secondo grado per tutti gli imputati tranne che per l’ex Prefetto di Pescara Francesco Provolo il quale è stato condannato in via definitiva a un anno e 8 mesi.
Appello bis per 6 persone, Dirigenti della Regione Abruzzo all’epoca dei fatti, che erano stati assolti nei due precedenti gradi di giudizio.
La tragedia del 18 gennaio 2017 vide una valanga di neve travolgere l’Hotel Rigopiano di Farindola. Quel giorno perse la vita anche il giovane Stefano Feniello di Valva che si trovava sulle vette del Gran Sasso con la fidanzata in vacanza.
La Procura generale aveva chiesto di rivalutare processualmente la figura dell’ex Prefetto di Pescara, condannato per falso e rifiuto di atti d’ufficio. Secondo l’accusa sarebbe responsabile anche di omicidio colposo, lesioni colpose e depistaggio.
La pubblica accusa aveva anche chiesto di annullare le assoluzioni in appello di alcuni Dirigenti della Protezione Civile e la conferma delle condanne dei vertici della Provincia Paolo D’Indecco e Mauro Di Blasio (3 anni e 4 mesi), dell’ex gestore dell’hotel Bruno di Tommaso (6 mesi), dell’allora sindaco di Farindola Ilario Lacchetta e del tecnico comunale Enrico Colangeli (2 anni e 8 mesi).
Era inoltre stato chiesto un nuovo processo di Appello per disastro colposo nei confronti dell’allora sindaco Lacchetta perchè, secondo l’accusa, non aveva mai convocato la Commissione valanghe e non aveva predisposto lo sgombero dell’Hotel Rigopiano, omettendo di comunicare alla Sala Operativa di Pescara lo specifico isolamento di Rigopiano già evidente al mattino presto del 18 gennaio.
Dubbi anche sui permessi per costruire l’hotel in una zona indicata a rischio valanghe. Secondo i pm titolari dell’inchiesta si verificarono “negligenze, imperizie, imprudenze e violazioni di norme di legge, regolamenti, ordini o discipline” che causarono la morte delle 29 vittime della tragedia.
La Cassazione doveva pronunciarsi sulla prevedibilità ed evitabilità o meno della strage o se si sia trattato di una fatalità senza responsabilità di alcuno.
“I segnali di allarme erano molteplici – ha affermato il sostituto procuratore generale – . Le linee guida indicavano come il rischio valanghivo interessasse soltanto il 6% dei comuni dell’Abruzzo e tra questi c’era Farindola. L’ordinanza di sgombero dell’Hotel Rigopiano avrebbe evitato la tragedia“.
- Articolo correlato: