Cresce la povertà in Campania con 7000 nuovi poveri. L’allarme giunge dal Dossier regionale sulle povertà della Caritas presentato all’Università di Salerno. Nel Dossier si evidenzia che 15mila persone si sono rivolte ai Centri di Ascolto della Caritas, il 47,3 % lo ha fatto per la prima volta proprio nell’ultimo anno. La povertà si innesta in una situazione lavorativa precaria. In Campania il mercato del lavoro vive enormi difficoltà ed è estremamente lontano dall’andamento del resto della nazione.
Sono soprattutto donne a rivolgersi agli sportelli: questa è una costante nei Centri di Ascolto della Campania ed è dovuta a ragioni principalmente culturali, che vedono la donna principale protagonista nell’interfaccia con le istituzioni quando la famiglia è in difficoltà, ma anche a una situazione lavorativa davvero precaria. La maggioranza di coloro che sono in difficoltà si colloca nella fascia di età dai 35 ai 64 anni (66,1%), nonostante questa rappresenti la striscia di popolazione che dovrebbe essere in piena attività lavorativa e quindi meno bisognosa di aiuto.
Il Dossier vede l’introduzione di S.E. Mons. Antonio De Luca, Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro e delegato Caritas della Conferenza Episcopale Italiana.
“Quest’anno sono 20 le Diocesi della Campania che si sono impegnate nel mettere a disposizione i dati raccolti nei loro Centri di Ascolto, affinché questo report divenga anche un’occasione di animazione che, attraverso la pedagogia dei fatti, possa educare alla carità – afferma Padre Antonio De Luca – L’impegno costante delle Caritas della Campania in favore di coloro che vivono situazioni di difficoltà e di bisogno, il cui grido di preghiera riecheggia ogni giorno nei nostri Centri di Ascolto, è la traduzione in azioni concrete del progetto di Dio. Tutto ciò viene testimoniato anche attraverso i numeri che appunto, non sono numeri, ma la concretizzazione delle preghiere dei poveri. E questi numeri ci raccontano che nel corso dell’ultimo anno sono aumentati tantissimo coloro che si sono rivolti alla Caritas per chiedere aiuto. Perché gli strumenti di aiuto nei loro confronti sono diminuiti e perché sono anche divenuti sempre più complessi i percorsi per potervi accedere. Sono madri e padri di famiglia a cui si prospettano percorsi istituzionali per la ricerca di un lavoro, ma poi questo lavoro in molti casi non esiste, se non con una retribuzione economica indegna rispetto all’impegno richiesto loro. Non tutti possono accedere ai più alti livelli di istruzione, ma ciò non deve significare che non possano esserci opportunità lavorative adeguate per tutti. Sono minori che non vengono direttamente in Caritas, ma chiedono aiuto attraverso i loro genitori”.
“A riguardo non solo i dati ufficiali, ma anche l’esperienza di ascolto ci mostra che la povertà nelle famiglie aumenta al crescere del numero dei figli, poi però ci si meraviglia se la denatalità continua ad aumentare – continua – Sono giovani che stanno perdendo la fiducia nella possibilità di un futuro diverso, così cresce il numero dei Neet, ovvero di coloro che non studiano, non lavorano e non fanno formazione. Sono ragazzi sospesi tra un presente senza opportunità ed un futuro che non sembra concretizzarsi mai. A loro viene prospettata la possibilità di lasciare questo territorio per andare altrove in cerca di opportunità migliori, ma questo esodo di cervelli sta divenendo un’emorragia di futuro per l’intera regione che vede andar via le sue risorse migliori. Sono anziani che dopo una vita di lavoro e sacrifici vedono diminuire sempre più le risorse a loro disposizione, perché il potere di acquisto delle loro pensioni si è eroso anno dopo anno. Sono migranti che troppo spesso sono sfruttati e maltrattati, mentre contribuiscono al benessere dei nostri territori, partendo da un lavoro di cura e di vicinanza ai nostri anziani che tanti altri non vogliono portare avanti. In questo Dossier ci sono anche i dati provenienti dalle fonti ufficiali (Istat, Banca d’Italia, Eurostat) che ci raccontano che la Campania per l’istruzione, per l’economia, per il lavoro, per la salute occupa sempre più le ultime posizioni in Italia, in molti casi riscontrando condizioni peggiori persino rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno. Ciò che preoccupa è che negli ultimi anni, anche quando questi dati sono leggermente migliorati, le differenze tra la Campania ed il resto d’Italia e d’Europa sono rimaste enormi“.