Cosa ti ha chiesto di fare il tuo partner come prova d’amore?
- Mio padre non oso nemmeno immaginare cos’altro abbia potuto chiedere come prova d’amore a mia madre (la accusa di avere un amante o di darla a tutti quando quello a mettere le corna è lui) ma sono sicuro che più volte, non solo ad oggi ma anche in passato, l’abbia obbligata a stare con lui anche quando lei non voleva. Me lo ha confessato. Ad oggi ciò non accade perché se gli arriva la terza denuncia va in carcere per direttissima però, come ho detto, essendo psicologica fa ugualmente e forse anche più male. E’ uno stato di umiliazione quello in cui ci troviamo tutti noi. (*)
- Come prova d’amore mi ha chiesto di mettere da parte tutti i miei amici per avere totale fiducia e credere nel mio amore.
- Non mi è mai successo che qualcuno mi chiedesse di fare qualcosa come “prova d’amore” e, se dovesse succedere, spero di avere la lucidità per riconoscere che questa richiesta è un campanello di allarme. L’espressione “prova d’amore” punta a colpire l’altra persona nel suo inconscio, trasmettendo il messaggio che i suoi sentimenti e il suo modo di dimostrarli ed esprimerli non sono sufficienti ed è necessario dimostrarli con una “prova”, che venga accettata e riconosciuta.
- Nel corso della relazione tossica che ho vissuto sono state tante le prove d’amore che mi sono state richieste: non parlare con altri maschi né per messaggi né dal vivo, non abbracciare i miei amici, non andare a ballare da sola o uscire troppo con le mie amiche, risponderlo sempre subito ai messaggi, dire sempre “sì” alle sue richieste. Per lui il rispetto delle “sue leggi” era l’unico modo per stare con lui altrimenti venivo minacciata o insultata. Invece io non potevo chiedergli nulla o meglio mi diceva: “non lo faccio più” ma poi eravamo sempre punto e da capo e non potevo lamentarmi troppo perché lui era sempre in grado di rigirare la situazione dalla sua parte ed io sempre in grado di sentirmi sbagliata. (**)
- La fiducia reciproca, il rispetto per l’individualità e la comunicazione aperta sono fondamentali per mantenere una relazione sana ed equilibrata. Un rapporto diventa tossico nel momento in cui una delle due persone crede di essere superiore all’altro, sia fisicamente che intellettualmente, così facendo si comincia a pretendere anche l’impossibile, portando alla distruzione della persona in sé. Fortunatamente non ho mai vissuto esperienze simili, almeno non direttamente.
Conosco alcune mie amiche che si lasciano influenzare dai propri fidanzati, si tratta in realtà di cose che la maggior parte delle persone ritiene banali in una relazione, come ad esempio il non poter metter un certo tipo di vestito, il non avere “troppe confidenze” con gli amici maschi (per troppe confidenze i loro ragazzi intendono anche solo abbracciare un amico), il non poter andare a divertirsi con le amiche magari in disco, cose “banali” che in realtà così non sono. Le relazioni tossiche non nascono già così ma lo diventano nel corso del tempo concedendo all’altro man mano sempre più potere decisionale. Ecco perché credo che non bisogna “lasciar correre” anche sui piccoli gesti, man mano le richieste diventeranno sempre più grandi fino ad arrivare al punto in cui guardandosi allo specchio non ci si riconoscerà più, siamo diventati completamente un’altra persona.
- Non mi è mai stata pretesa una prova d’amore e né io ne ho pretesa una, sono giunto a comprendere la realtà del sentimento provato da entrambi una volta acquisita la consapevolezza per cui il dolore provato dalla persona che amo sia lo stesso provato da me e si arriva a ciò solo con il dialogo, nel caso in cui l’amore sia sincero. Per questo mi ritengo più che grato alla vita e fortunato; nonostante abbia sofferto così tanto non mi sono mai pentito del mio atto di fede e continuo tuttora a lottare per l’equilibrio. (***)
- Innanzitutto prima di intraprendere una relazione bisogna trovarsi in una situazione di pace con sé stessi, di <<autarkeia>> la famosa autosufficienza greca, capire che noi bastiamo a noi stessi è uno dei presupposti fondamentali di ogni relazione sana. Ciò che genera la violenza è molto spesso la mancanza di questo elemento: dimenticare che oltre alla vita con il partner ognuno di noi ha una propria vita, con le amicizie, la famiglia, le passioni e le aspirazioni che contraddistinguono la nostra persona. Non dobbiamo fare della nostra relazione il nostro motivo di vita, poiché nel caso, molto probabile, di rottura, siamo completamente smarriti e cadiamo in questo circolo vizioso di ricerca di una persona che possa capirci dimenticando che prima di tutto dobbiamo conoscere noi stessi.
La gelosia nasce dalla paura di perdere un rapporto precario, perché sì, le relazioni sono rapporti che non garantiscono nessuna sicurezza. L’amore è illusione, ci illudiamo di aver trovato la nostra metà, ma l’imprevedibilità della vita potrà sempre ribaltare questa situazione. E’ dalla disillusione che nasce la possessività, vedere che il proprio partner cambia, cambia interessi, cambia le proprie priorità di vita potrebbe indurre l’altra persona a tenerla legata a sé a qualsiasi costo. La gelosia è allo stesso tempo essenza di una relazione: “la gelosia ha lo straordinario potere di illuminare con raggi intensi quell’unico essere e di mantenere la folla degli altri in una totale oscurità” scrive Kundera nel “Valzer degli addii”, la gelosia è sana quando temiamo di perdere l’altra persona e cerchiamo di fare in modo che ciò non accada; la gelosia è possessività quando non ammettiamo a noi stessi che stiamo perdendo l’altra persona e cerchiamo di aggrapparci a lei a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo, anche se ciò porta sofferenza nell’altra persona, perché si attua un meccanismo mentale di autodifesa ed egotismo, per cui non importa ferire l’altro, l’importante è non ferire sé stessi.
- Fortunatamente non mi sono mai state chieste prove d’amore, mi sento sollevata a riguardo perché non credo sarei riuscita a combattere una battaglia del genere perché la vedo come una situazione molto più grande di me, un tunnel senza luce da cui per uscirne servirebbe una forza d’animo non indifferente. Significherebbe ammettere che quella persona che fino a quel momento consideravi l’amore della tua vita, una persona che avevi idealizzato in un certo senso viene completamente a perdere la tua fiducia e sei costretto ad annullare tutti i sentimenti che avevi provato nei suoi confronti.
- Non sono in una relazione stabile al momento, quindi è presto per ricevere o fare richieste all’altro. (****)
- Il mio partner non mi ha mai chiesto fortunatamente di fare niente come prova d’amore, inoltre sono dell’idea che se in una relazione si chiedono forme d’amore, di conseguenza non è vero amore e quindi non ha senso mandare la relazione avanti. Perché l’amore, quando si ama veramente una persona, è una cosa che viene in modo spontaneo senza dover avere la necessità di chiederlo.
- Non mi è mai capitato di avere una relazione ma se mi dovesse succedere darei tutto me stesso e spererei di avere dall’altra parte una persona che possa amarmi davvero e che non mi faccia sentire sbagliato o inadeguato.
- Il mio partner non mi ha mai chiesto una prova d’amore perché è sempre stato consapevole di ciò che provo nei suoi confronti. Con lui c’è un rapporto di rispetto reciproco e come io lascio a lui la libertà di cui ha bisogno, anche lui la lascia a me, per questo rispettandoci in ogni secondo della nostra vita viviamo giorno per giorno una relazione stupenda che mi permette di far uscire la versione migliore di me stessa.
- Mi infastidirebbe se un mio eventuale partner mi dicesse cosa fare e come farlo. Mi infastidirebbe se non avesse rispetto di me e dei miei obiettivi o se pretendesse che io lo metta sempre al primo posto, anche al di sopra dei miei personalissimi interessi. Per me vengo prima io e non credo affatto che sia una prospettiva egoistica… si tratta di amor proprio. Ricordati di non perderti in mezzo alla tempesta, continua a conoscere te stesso. (*****)
NOTA: Le risposte che terminano con * si riferiscono alla stessa persona. Tale precisazione è dovuta al fatto che le risposte di alcuni intervistati sono collegate tra di loro ed hanno un discorso continuativo. Il numero di asterischi, dunque, è associato sempre alla stessa persona