La questione della sicurezza del personale sanitario all’interno degli ospedali sta a cuore ai sindacati che richiedono più vigilanza. E’ il caso, ad esempio, dell’ospedale “San Carlo” di Potenza. Da mesi la Fials sta sollecitando la Dirigenza affinché venga garantita una presenza costante di Guardie Giurate presso l’unico punto di accesso durante l’orario notturno, il Pronto Soccorso di Lagonegro, dove si riscontrano evidenti criticità organizzative.
“Non possiamo ignorare come il presidio di Lagonegro sembri abbandonato – afferma il segretario provinciale Giuseppe Costanzo – Una misura semplice e a costo zero, come l’assegnazione di una Guardia Giurata, viene inspiegabilmente rimandata. Questa riorganizzazione interna non richiederebbe ulteriori risorse, ma permetterebbe di migliorare sensibilmente la sicurezza di operatori sanitari e pazienti”.
La preoccupazione per le aggressioni al personale sanitario è amplificata dalle recenti modifiche normative. Il decreto legge antiviolenza, entrato in vigore il 2 ottobre, prevede pene più severe per le aggressioni contro i sanitari, con sanzioni fino a 5 anni di carcere e 10mila euro di multa, oltre all’obbligo di arresto differito per atti di violenza contro il personale sanitario. Sebbene questa legge rappresenti un importante passo avanti, la Fials chiede azioni immediate per garantire la sicurezza nel presidio di Lagonegro, senza attendere che nuove risorse diventino disponibili.
“Ben venga la nuova normativa – continua Costanzo – ma la riorganizzazione immediata della Guardia Giurata già in servizio è essenziale e può essere implementata senza costi aggiuntivi. In altri presidi, come quello di Melfi, questa soluzione è stata già adottata con successo.”
La richiesta di una risposta concreta da parte della Direzione Generale dell’Azienda “San Carlo” di Potenza è stata più volte reiterata, ma finora senza esito.
“Chiediamo un intervento tempestivo e risolutivo per uniformare gli standard di sicurezza nei vari presidi, a partire da Lagonegro – conclude Costanzo – La sicurezza degli operatori sanitari e dei pazienti non può più essere rimandata”.