Si è conclusa oggi la sessione di ricerca archeologica 2024 nella Grotta di Polla, iniziata il 25 settembre scorso, coordinata dalla professoressa Antonella Minelli dell’Università degli Studi del Molise in stretta collaborazione con il Comune di Polla e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Salerno e Avellino.
Le attività sono autorizzate da una concessione ministeriale, di durata triennale, finalizzate a favorire la conoscenza di un importante contesto archeologico che conserva testimonianze antiche datate dal Neolitico finale (metà del V millennio a.C.) all’Età del Bronzo (II millennio a. C.). La Grotta di Polla è conosciuta, tra le cavità del Vallo di Diano, per essere un antico smaltitoio naturale delle acque di troppopieno di un lago pleistocenico, che ha accumulato nel tempo fango e acqua, la cui quantità ha costituito un’attrazione per gli speleologi che l’hanno esplorata già negli anni ’60, rilevandone l’articolazione interna della lunghezza di 1 chilometro, ma anche una limitazione per le ricerche che sono ostacolate oggi proprio dall’eccessiva presenza di fango che rende difficoltosa la visione e l’andamento al suo interno.
L’importanza archeologica della Grotta è stata confermata negli anni ’70 grazie a ricerche condotte dal professore D’Agostino, ma dal 2016 le campagne di scavo sono riprese con l’intervento dell’Università del Molise, coordinate dalla professoressa Minelli, docente di Archeologia preistorica presso l’Ateneo.
Gli scavi, svolti con una certa continuità in questi anni, ad eccezione del periodo pandemico, hanno permesso di comprendere quanto la Grotta oggi occupi una rilevante posizione nel quadro delle emergenze speleo-archeologiche della nostra penisola, poiché conserva tracce di comunità preistoriche che hanno usato la grotta come luogo sacrale e di culto.
E’ stato possibile, infatti, ricostruire le modalità di sfruttamento della cavità ipogea, con evidenze di sepolture, di corredi funerari, di rituali che si sono perpetrati all’interno per decine di migliaia di anni, grazie all’oscurità e al fascino sacrale della Grotta.
Oggi le ricerche stanno piano piano svelando quanto di misterioso è nascosto sotto coltri di fango e stanno contribuendo a ricostruire l’ancestrale identità delle genti che hanno abitato a Polla migliaia di anni fa.
Grazie alla sinergica collaborazione tra Università e Comune di Polla, formalizzata con un accordo tra parti lo scorso aprile, si lavorerà per il prossimo futuro a rendere la Grotta sempre più un attrattore sia per gli specialisti del settore, sia per l’intera comunità che la riconosce come un bene culturale dalle enormi potenzialità didattiche e scientifiche.
Proprio nell’ottica di rendere fruibile dal punto di vista conoscitivo la ricchezza della Grotta saranno organizzati per dicembre un convegno e una pubblicazione didattico – divulgativa che permetteranno di aggiornare il pubblico sui risultati delle ricerche condotte fino ad oggi.
“Si rinnova l’impegno dell’Amministrazione comunale – dichiara il sindaco Massimo Loviso – di portare avanti e favorire le attività finalizzate alla conoscenza e allo studio della Grotta di Polla e di divulgarne, soprattutto tra i giovani e l’intera comunità, gli straordinari risultati della ricerca scientifica che gli ultimi anni ha gettato nuova luce sul nostro sito storico – culturale unico nel suo genere, ancora da scoprire ed indagare”.