Dario Vassallo, presidente della Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore, risponde duramente alle dichiarazioni rilasciate dal sindaco di Pollica Stefano Pisani in occasione dell’anniversario dell’uccisione del fratello Angelo, noto come il Sindaco Pescatore. Le parole di Pisani, descritte da Vassallo come “pericolose, deliranti e cariche di arroganza“, rappresentano, secondo il presidente della Fondazione, un attacco personale e istituzionale ingiustificato.
Pisani ha affermato che “il fantomatico presidente della personale Fondazione Angelo Vassallo anziché preoccuparsi e chiedersi come mai le sue teorie sull’omicidio di Angelo non abbiano trovato fondamento giudiziario, continua a sprecare l’attenzione dei media per offendere gli amici di Angelo e la sua comunità.”
“Le parole di Pisani – risponde Dario Vassallo – dimostrano non solo la sua totale mancanza di rispetto verso la memoria di mio fratello Angelo, ma anche la sua arroganza istituzionale e la pochezza come uomo. Definire fantomatico il lavoro della Fondazione Angelo Vassallo e mettere in dubbio la legittimità delle indagini è un atto irresponsabile e pericoloso. Le teorie sull’assassinio di Angelo, come le definisce Pisani con disprezzo, non sono mie personali. Sono frutto del lavoro della Procura Antimafia di Salerno, che da anni si occupa di questo caso. Le mie dichiarazioni sono state e rimangono ipotesi investigative, come ampiamente documentato nel mio libro ‘La Verità Negata’” .
“Ancora una volta – prosegue – Pisani dimostra di non comprendere il significato delle parole che escono dalla sua bocca. Egli confonde le mie ipotesi investigative con semplici speculazioni, quando invece si tratta di piste concrete su cui sta lavorando la magistratura. C’è una differenza abissale tra le mie riflessioni e l’iscrizione di nove persone nel registro degli indagati, tre dei quali suoi amici.”
Vassallo ha anche respinto fermamente l’idea che questi individui possano essere definiti “amici di Angelo”, come affermato da Pisani: “Vorrei ricordare a Pisani che chi è veramente amico di Angelo non si troverebbe nel registro degli indagati, una lista che definisco senza esitazione ‘il registro della vergogna’. Chi ha condiviso davvero la vita, i valori e le battaglie di Angelo non ha nulla da temere dalla giustizia. Pisani farebbe bene a riflettere su cosa significhi davvero essere ‘amico’ di Angelo“.
“Gli antichi greci dicevano che per consolidare una vera amicizia si doveva consumare almeno un chilogrammo di sale insieme a quella persona – dichiara ancora il presidente della Fondazione -. A me non risulta che questi ‘amici’ di Pisani abbiano mai varcato la soglia della casa di mio padre, né quella di Angelo. Forse, in tempi moderni, l’amicizia si misura in modo diverso, magari consumando bottiglie di champagne in riva al mare, sotto la torre. Ma questa non è l’amicizia che definisce Angelo Vassallo“.
“Pisani, in qualità di sindaco di Pollica, rappresenta lo Stato. Lo stesso Stato per cui Angelo è stato ucciso. Come può, allora, permettersi di deridere pubblicamente la Procura Antimafia di Salerno, screditando un’altra istituzione con arroganza e sfrontatezza? Chi si crede di essere? Qual è la sua legittimazione per pronunciare tali parole? Nel 2015, durante una seduta del Consiglio comunale di Pollica, Pisani ebbe il coraggio di affermare che ‘Angelo Vassallo non fu ucciso dalla camorra’. Una dichiarazione assurda e gravissima, soprattutto considerando che viene da un sindaco che dovrebbe conoscere le realtà criminali che hanno colpito il nostro territorio” prosegue Dario Vassallo che ha anche voluto sottolineare che “Pisani ha giurato fedeltà allo Stato e alla Costituzione, ma sembra ignorare completamente l’articolo 54 della Costituzione, che impone a chiunque ricopra funzioni pubbliche di operare con disciplina e onore. Questo dovere di lealtà verso lo Stato sembra essere per lui solo un vuoto formalismo. Ma non mi sorprende, dato che lo stesso Pisani ignora anche l’articolo 12 della Costituzione, uno dei fondamenti del nostro Paese.”
Alla luce delle affermazioni del sindaco Dario Vassallo ha concluso con una riflessione che interroga le istituzioni competenti: “Mi chiedo: può ancora Stefano Pisani ricoprire la carica di sindaco di Pollica? Questo è un dilemma che spetta agli organi istituzionali risolvere. Tuttavia, una cosa è certa: dopo 14 anni dalla morte di Angelo, Pisani non ha ancora compreso che siede sulla poltrona di un sindaco che è stato ucciso per difendere lo Stato. Con l’omicidio di Angelo Vassallo è stato colpito lo Stato stesso, ma questo sembra essere qualcosa che Pisani ignora ancora una volta”.
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