“Si deve all’illuminato interesse dell’Amministrazione comunale di Monte San Giacomo ed in particolare del sindaco Angela D’Alto e dell’assessore Aldo Manno se finalmente, dopo più di vent’anni, è stato possibile riprendere le ricerche nella grotta preistorica di Vallicelli. Nello scorso agosto è stato effettuato sul sito un sopralluogo congiunto da parte delle Università di Siena, ‘Simon Fraser’ e Bologna, di concerto con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Salerno e Avellino. Questo primo intervento, finalizzato ad una restituzione fotogrammetrica della superficie da indagare, era stato programmato, d’accordo col Comune, anche e soprattutto per verificare la sicurezza del luogo con la prospettiva di dare inizio a ricerche sistematiche, nel contesto di un regolare permesso ministeriale di concessione di scavo”. A dichiararlo è Adriana Moroni dell’Università di Siena.
Il progetto “Last Neanderthals” finanziato dall’European Research Council (ERC) intende indagare il fenomeno e le ragioni della scomparsa dell’uomo di Neanderthal su scala euroasiatica, prevedendo tra i siti della ricerca anche la grotta di Vallicelli.
Nell’ottica del Comune questa collaborazione virtuosa tra tutti gli Enti coinvolti dovrà portare, con le necessarie tempistiche, ad una riqualificazione dell’intera realtà archeologica presente a Monte San Giacomo che comprende, oltre alla Grotta di Vallicelli, il sito dell’età del Bronzo di Varlacarla e l’Archeodromo, un edificio realizzato negli anni duemila, la cui apertura al pubblico non ha mai visto la luce. A questo scopo è già in corso la stipula di un protocollo d’intesa tra il Comune e le Università.
“Sebbene molto sia stato fatto in passato – afferma Aldo Manno – in termini di ricerca e di approccio divulgativo, la realtà archeologica di Monte San Giacomo è rimasta sempre confinata ad un livello locale senza mai superare i confini nazionali. Adesso occorre andare oltre, affinché il nostro territorio entri a far parte di un circuito scientifico internazionale e venga altresì a configurarsi come polo di attrazione per la formazione di giovani studiosi con la promozione, ad esempio, di campi scuola/summer school in cui potranno avere un ruolo logistico strategico le strutture di proprietà del Comune situate sulla montagna”.
“Ringrazio sentitamente l’Amministrazione comunale di Monte San Giacomo, – afferma Adriana Moroni dell’Università di Siena – anche a nome di Francesco Berna dell’Università canadese ‘Simon Fraser’ e di Stefano Benazzi dell’Università di Bologna, per averci coinvolto in questa bellissima ‘avventura’ e per la disponibilità, la competenza e la responsabilità con le quali ha affrontato le tematiche della logistica e soprattutto della messa in sicurezza del sito, un’operazione questa assolutamente necessaria prima dell’inizio degli scavi. Questa Amministrazione ha rivelato una sensibilità inusuale verso le tematiche culturali ed in particolare verso il proprio patrimonio archeologico. Sensibilità che rappresenta un volano importante non solo per la ripresa delle ricerche scientifiche, ma anche per dare l’avvio ad azioni di valorizzazione e tutela stabili e durature, in modo che questo patrimonio possa arrivare intonso alle generazioni future”.
“Con queste premesse – sostiene Angela D’Alto – che prevedono l’azione sinergica di più Enti che operano anche a livello internazionale e, non dimentichiamocelo, con molto duro lavoro e possibilmente con la collaborazione di tutta la comunità sarà possibile effettuare un salto qualitativo, destinato nel tempo a contribuire in modo sostanziale allo sviluppo culturale, ma anche, più prosaicamente, ad incrementare l’attrattiva turistica del nostro territorio“.
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