Una sala gremita per il coinvolgente appuntamento culturale che si è tenuto nella serata di ieri a Prato Perillo di Teggiano presso il Centro Parrocchiale “Pier Giorgio Frassati” in occasione della presentazione del libro “Na spèra ri sòlu” di Salvatore Gallo.
Si tratta di un testo con poesie in vernacolo teggianese su persone, sentimenti e valori di un tempo, attraverso il quale l’autore ha inteso custodire i suoi scritti in dialetto.
A moderare l’incontro è stato il Direttore editoriale di Ondanews Rocco Colombo, il quale dopo aver introdotto i relatori al pubblico presente ha lasciato la parola per i saluti di benvenuto al parroco don Michele Totaro. In seguito c’è stato il discorso del sindaco Michele Di Candia, il quale oltre a ringraziare l’autore ha espresso nei suoi confronti un’immensa gratitudine: “È un onore essere al fianco del professore Gallo e dell’associazione More Dianense, nella quale credo molto – ha affermato il primo cittadino -. Con profonda emozione, non solo come sindaco ma come amico e profondo stimatore del professore Gallo posso affermare che non è solo un uomo di cultura, ma un caro amico con cui ho potuto condividere esperienze di vita. Insieme abbiamo lavorato per il bene della comunità e ho sempre apprezzato la sua saggezza. Quando ho mosso i primi passi nella politica era già un punto di riferimento per me; mi ha trasmesso non solo la conoscenza amministrativa, ma i valori come bene e lealtà. Con la sua esperienza mi ha aiutato a comprendere quanto sia importante servire la comunità. Con le sue poesie troviamo la voce autentica della nostra gente e i sentimenti che ci legano alla nostra terra. Figlio di contadini, Salvatore Gallo si è costruito da solo. In un tempo in cui le tradizioni rischiano di perdersi, il dono di conservare il dialetto teggianese è un valore. Continueremo a mantenere salde le nostre radici. Caro Salvatore, in questo libro c’è la risposta all’uomo che sei stato in questi anni”.
Il sindaco ha colto inoltre l’occasione per ribadire che l’Amministrazione comunale, in collaborazione con l’associazione More Dianense e la dirigente scolastica Maria D’Alessio, si impegnerà nella diffusione della cultura del dialetto locale.
Giunto per l’occasione a Teggiano anche don Giuseppe Puppo, attualmente in carica in Vaticano: “Quando il professore Gallo era dirigente scolastico e io parroco abbiamo svolto delle attività insieme – ha ricordato don Puppo -. A lui devo tanto e tra i ricordi non posso non far riaffiorare che è stato relatore della mia tesi. Sono felice di potervi illustrare gli elementi che ho potuto cogliere tra le poesie in vernacolo teggianese: luminosità, riferita alla sfera di sole, gentilezza e amore per il territorio. Sono i tre elementi che collegano tutte le poesie e che raccolgono ciò che l’autore vuole trasmetterci in questo libro raccontandoci la semplicità di quella che era la nostra società contadina”.
Al tavolo dei relatori anche Carmen Sanseverino, nipote dell’autore che ha realizzato i disegni all’interno del testo: “Grazie ai versi di mio zio – ha affermato – ho avuto modo di rivivere atmosfere che mi erano state raccontate dai miei nonni”.
Un aspetto più descrittivo dell’opera è stato invece affrontato da Vincenzo Andriuolo che si è impegnato insieme al professore Gallo per la riuscita della pubblicazione del libro e della sua prefazione. Presente inoltre tra il pubblico anche l’editore Giuseppe De Nicola.
Nella platea, tra gli altri, presenti Vincenzo D’Alto, Mario Ubaldo Trezza e Maddalena Anna Chirico, amministratori del Comune di Teggiano, numerosi docenti con i quali l’autore ha lavorato durante la sua carriera nel mondo della scuola.
Tra un intervento e l’altro si sono alternati al leggio Enza Morena, Cono Cimino, Stefania Federico e Serena Marino che hanno letto alcune delle poesie riportate nel libro, scatenando gli applausi del pubblico che ha potuto ripercorrere con l’immaginazione quanto raccontato dall’autore.
L’appuntamento si è concluso con l’intervento del professore Gallo, il quale ha ringraziato ognuno dei relatori e i numerosi presenti che hanno mandato sold out le copie disponibili in pochi minuti: “Non pensavo di meritare tanto – ha affermato Salvatore Gallo visibilmente emozionato -. È difficile scrivere in dialetto, un conto è parlarlo. Ringrazio per questo l’editore, perché scrivere in dialetto significa seguire delle regole se non si vuole stravolgere una lingua. Ringrazio i lettori di questa sera che hanno fatto così capire il significato e la musicalità delle mie poesie. La mia gratitudine per voi è grande e infinita. Questa è una serata emozionante, mai avrei pensato di avere una presenza così folta. Questa è una testimonianza di amicizia, di affetto e di stima che resterà indelebile nel mio cuore. Questo libro è stato un viaggio nel tempo, iniziato quando una mattina ho aperto la finestra e ho visto un raggio di sole. Così ho raccolto le energie per raccontare giochi, tradizioni, la mia famiglia, la mia vita da quando ero bambino ad oggi. E tutto questo non senza il supporto dei miei cari, tra cui mia moglie. Auguro a tutti voi – ha affermato in conclusione – di incontrare lungo il vostro cammino sempre un raggio di sole”.