Nel 2023 i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale della Campania, in collaborazione con l’Arma territoriale e gli organi periferici del Ministero della Cultura, hanno svolto molteplici attività preventive e repressive, con particolare riguardo al fenomeno degli scavi clandestini e al relativo traffico di reperti archeologici nonché alle violazioni in materia paesaggistica e monumentale, senza trascurare la tutela dei beni antiquariali e librari, facendo registrare un notevole incremento di opere sottoposte a sequestro, anche all’estero, per un totale di 3.397 beni culturali recuperati, del valore di 2,5
milioni di euro, parte dei quali già restituiti agli aventi diritto pubblici e privati della Campania e di numerose altre regioni italiane.
In particolare, il costante monitoraggio delle aree archeologiche terrestri e marine, anche mediante l’ausilio del Nucleo Elicotteri di Pontecagnano e del Nucleo Subacquei di Napoli, e le indagini di tipo telematico svolte sui canali di compravendita e-commerce hanno permesso di recuperare nell’anno di riferimento 2.258 reperti archeologici (contro i 2.134 dell’anno 2022), molti dei quali già musealizzati, venendo restituiti definitivamente al patrimonio indisponibile dello Stato. Sempre in ambito archeologico complesse e articolate indagini, anche di tipo transnazionale, hanno portato alla denuncia di 17 persone per scavi clandestini e 87 persone per ricettazione ed esportazione illecita di beni culturali.
Importanti azioni sono state intraprese per salvaguardare i beni architettonici e paesaggistici campani, eseguendo circa 360 sopralluoghi su tutto il territorio regionale, che hanno portato alla denuncia di 29 persone per reati in danno del paesaggio e al sequestro di importanti siti e beni monumentali. Sempre in ambito paesaggistico sono state sequestrate strutture turistico-ricettive in zone sottoposte a vincolo della fascia costiera cilentana e amalfitana.
Altro settore su cui il Reparto ha posto particolare attenzione è stato quello della ricettazione di beni librari e archivistici, commercializzati anche attraverso canali telematici dark web e deep web. In tale ambito la costante azione di monitoraggio telematico, oltre che dei negozi fisici, ha portato al sequestro di 1.139 beni librari e archivistici di provenienza demaniale (contro i 409 dell’anno 2022), tra cui libri rari e di pregio come incunaboli, cinquecentine e seicentine riconducibili ad archivi, biblioteche ed enti pubblici e come tali appartenenti alla collettività.
Dall’analisi comparativa dei dati rispetto al 2022 il Nucleo TPC fa rilevare inoltre una diminuzione dei furti (da 27 a 24) e degli oggetti trafugati (da 298 a 182) e un incremento dei beni culturali recuperati (da 2.544 a 3.397). Dati che vengono corroborati dall’intensificazione dei controlli in aree archeologiche (da 50 a 54) e dall’incremento delle denunce che passano da 60 del 2022 a 127 del 2023 per reati contro il patrimonio culturale.