La Polizia di Stato ieri ha arrestato in flagranza di reato per tentata truffa aggravata in concorso due ragazzi di origine napoletana. L’attività investigativa svolta dal personale della Squadra Mobile della Questura di Potenza ha fatto emergere il modus operandi degli indagati.
Nello specifico, il 35enne e il 19enne napoletani, dopo aver ingenerato in una 83enne di Potenza il timore che il figlio avesse causato un grave incidente stradale e che per tale motivo potesse subire conseguenze penali, l’hanno indotta a consegnare nelle mani di un sedicente carabiniere un sacchetto contenente 500 euro in contanti e alcuni gioielli.
I due indagati sono riusciti persino a indurre la vittima, in evidente stato agitazione, a recarsi in un’area di servizio in via Appia a Potenza per consegnare i suoi risparmi, in modo tale da non andare presso l’abitazione.
L’operazione rientra in un mirato servizio di contrasto ai reati di natura predatoria disposto dal Questore di Potenza Giuseppe Ferrari con l’impiego di personale in borghese. Durante tale attività gli operatori della Squadra Mobile hanno notato il comportamento sospetto dei due autori del reato perciò hanno monitorato i loro spostamenti riuscendo a trarli in arresto immediatamente dopo la consegna della refurtiva da parte della vittima.
“L’operazione di ieri testimonia, ancora una volta, l’incessante impegno nella quotidiana opera di affermazione della legalità che ha portato, nell’ultimo periodo, ad assicurare alla giustizia 8 presunti responsabili di delitti predatori, quali furti in abitazione e truffe ad anziani, che suscitano un elevato allarme tra la popolazione – afferma il Questore Ferrari – Tale significativo risultato è il frutto del potenziamento dei servizi di controllo del territorio, con l’impiego sinergico degli operatori della Squadra Mobile e della Squadra Volante, che ha permesso, in molti casi, di impedire il compimento dei reati ed in altri di intervenire subito dopo la loro consumazione, con l’effettuazione degli arresti in flagranza e la successiva restituzione del maltolto alle vittime. L’aver raggiunto questi obiettivi è per noi motivo di particolare soddisfazione, poiché ci consente di essere accanto ai cittadini, affinché possano sentirsi ascoltati ed avere fiducia nella Polizia di Stato”.
In sede di denuncia la refurtiva è stata riconsegnata alla vittima. Le indagini sono in corso e vale nei confronti degli indagati la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva di condanna.