Sono tanti in Italia i cittadini senza medico di famiglia. In diverse province del Paese mancano all’appello i medici di base e sono scoperti alcuni incarichi per la guardia medica e per il servizio di emergenza-urgenza. Nell’ospedale di Salerno mancano i cardiologi. Sono alcuni dei casi che le cronache locali portano alla ribalta in questi giorni. Testimonianza di uno degli aspetti forse più evidenti, quello legato alla carenza di personale sanitario, della cosiddetta desertificazione sanitaria.
Dal Report Ahead presentato nel 2023 da Cittadinanzattiva emerge una situazione di carenza di professionisti sanitari molto diffusa e variegata.
Di questo si è parlato nel corso di un evento dal titolo “Desertificazione sanitaria: verso una nuova alleanza per colmare il vuoto”. L’iniziativa, ospitata dall’europarlamentare Beatrice Covassi, è stata organizzata da Cittadinanzattiva nell’ambito della XVIII edizione della Giornata Europea dei diritti del malato. Si è trattato di un momento di confronto a partire dalla presentazione dei dati di tre grandi progetti europei, Ahead, Meteor e Oasis, che affrontano il fenomeno della desertificazione sanitaria come urgenza da affrontare su tutto il territorio europeo.
“La carenza di servizi sul territorio, la penuria di alcune specifiche figure professionali, la distanza dai luoghi di salute in particolare nelle aree interne del Paese, periferiche e ultraperiferiche rappresentano un elemento di disequità nell’accesso alle cure e alle prestazioni che va affrontato attraverso un’alleanza tra istituzioni, professioni sanitarie e cittadini per elaborare proposte in vista dell’adozione di politiche pubbliche che contrastino il fenomeno e favoriscano un godimento effettivo del diritto alla salute da parte di tutti i cittadini, ovunque essi risiedano” dichiara Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva.
“La Giornata Europea dei diritti del malato è un’occasione preziosa che ci chiama tutti ad agire sul tema del diritto alla salute. Assistiamo anche in Italia ad un crescente fenomeno di desertificazione sanitaria, da tempo evidenziato da Cittadinanzattiva, dove a insufficienti risorse economiche si aggiunge il problema della carenza e della formazione del personale medico sanitario. Dopo l’emergenza da Covid dall’Europa arriva una forte spinta per mettere la salute al centro anche in chiave comunitaria. La prossima legislatura deve andare avanti su questa strada. Dobbiamo garantire una solidarietà intergenerazionale, difendendo e proteggendo la salute pubblica nelle trasformazioni demografiche che viviamo” è quanto ha dichiarato l’europarlamentare Beatrice Covassi, componente della Commissione parlamentare europea per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare.
Le preoccupazioni riguardo alla disponibilità di medici di medicina generale sono aggravate dal loro profilo di età che risalta come uno dei più avanzati in Europa. Oltre il 55% dei medici ha più di 55 anni, più di un quarto raggiungerà l’età pensionabile entro il 2027. Inoltre, sebbene il numero di infermieri sia aumentato gradualmente nell’ultimo decennio, con 6,2 infermieri per 1.000 abitanti nel 2021 l’Italia è ancora notevolmente sotto la media europea di 8,5.
Dal progetto europeo Meteor, effettuato in Belgio, Paesi Bassi, Polonia e Italia, emerge che il 16% dei medici e l’8% degli infermieri intende lasciare il proprio ospedale e tali percentuali si invertono se consideriamo l’intenzione di lasciare del tutto la professione sanitaria (lo dichiara il 9% dei medici e il 14% degli infermieri).
“Sono maggiormente a rischio gli operatori sanitari più giovani e coloro che lavorano sotto stress, in contesti ospedalieri caratterizzati da carenze organizzative e inadeguatezza di attrezzature e materiali e da un clima interno poco collaborativo e stimolante. Tra le politiche in grado di trattenere la forza lavoro sanitaria lo studio ha evidenziato come più efficaci quelle a sostegno del personale, la formazione mirata e specifica per la leadership, la retribuzione competitiva, l’alleggerimento del carico burocratico e l’adeguamento delle piante organiche” dichiara Domenica Matranga, professoressa ordinaria di Statistica medica presso l’Università di Palermo.
Sono dati confermati anche dalla ricerca condotta da Cittadinanzattiva nel 2023 su 10mila operatori sanitari appartenenti a 20 categorie professionali con l’obiettivo di sondare le motivazioni dei professionisti a restare o lasciare il Sistema Sanitario Nazionale.
“Poco meno della metà è soddisfatto del proprio percorso professionale ma in egual misura si dice insoddisfatto del proprio ambiente di lavoro che stimola poco o per niente la realizzazione personale e la crescita professionale. Oltre il 40% dichiara di avere carichi di lavoro insostenibili e quasi un terzo denuncia di essere stato vittima, negli ultimi tre anni, di aggressione (verbale o fisica) da parte degli utenti. Nonostante queste difficoltà, i professionisti sanitari credono fermamente nel valore del Sistema Sanitario Nazionale e nella salute come bene pubblico, perché pensano di poter contribuire al benessere della comunità (71,6%). Soprattutto, la maggioranza (83,5%) crede che ogni persona debba avere diritto alle cure di cui ha bisogno indipendentemente dalla gravità delle patologie o dal costo delle cure” ha dichiarato Valeria Fava, responsabile Politiche della salute di Cittadinanzattiva.