L’importanza delle radici e la riconoscenza per chi ha posto le basi di un cammino fatto di successi. Sulla base di questi concetti ieri a Roscigno è stato intitolato al compianto Presidente Michele Albanese l’Auditorium della Sede Legale della Banca Monte Pruno. Una cerimonia emozionante e partecipata che si è aperta con lo scoprimento dell’incisione raffigurante il volto di colui che “fece della nostra Banca la ragione della sua vita” e la benedizione da parte del parroco, don Andrea.
Albanese rappresenta un pezzo di storia della Monte Pruno, un uomo simbolo che ha creduto nella sua terra con lungimiranza, ponendo le fondamenta di un percorso che negli anni si è dimostrato pieno di obiettivi precisi e che è stato ereditato da chi ha proseguito con tenacia e professionalità nel segno di ciò che lui ha saputo indicare.
Al tavolo dei lavori, coordinati dal Responsabile della Segreteria di Direzione Antonio Mastrandrea, il Direttore Generale Michele Albanese, la Presidente del Consiglio di Amministrazione Anna Miscia, Virginio Albanese, figlio del Presidente Albanese e Preposto della Banca, il giornalista Angelo Raffaele Marmo di “Quotidiano Nazionale” e i due giovanissimi nipoti che portano il nome del pioniere della Monte Pruno. Presenti tra il pubblico la signora Rosetta Pagano, vedova del mai dimenticato Presidente, il figlio Guido, il Vice Direttore Generale Cono Federico e i dipendenti della Banca, il sindaco di Roscigno Pino Palmieri, tutta la famiglia Albanese, il presidente del Circolo Banca Monte Pruno Aldo Rescinito, quello della Monte Pruno Giovani Sebastiano Greco oltre ai soci e ai clienti dell’istituto di credito cooperativo.
“Il Presidente Albanese ha sacrificato la sua vita per raggiungere questo obiettivo e lo dobbiamo ringraziare doppiamente – ha esordito la Presidente Miscia -. A lui è seguito il nipote Michele Albanese che ha avuto il compito di portare avanti il suo impegno. Questo è un modo per onorare lo zio Michele che lo spronava per far andare avanti la Banca“.
La famiglia Albanese gode della stima della comunità di Roscigno, come sottolineato anche dal sindaco Palmieri: “Sono persone che hanno dimostrato che la strada indicata a suo tempo era quella giusta“.
Lavorare per consentire alla Monte Pruno di raggiungere numeri validi tolse il sonno al Presidente Albanese, che portava avanti con determinazione il sogno roscignolo. Un uomo giusto al posto giusto che 50 anni fa sorprese anche la Banca d’Italia, oltre ad essere uno dei più giovani Presidenti di banca in Italia. Commosso e sentito il ricordo del giornalista Elio Perillo, che ha ripercorso gli anni di amicizia con Michele Albanese (“Avevo il terrore di deluderlo. Mi chiedevo cosa riconoscesse in me. Mi conquistò subito con i suoi modi signorili, eleganti“).
Il 12 marzo 1994 la grave perdita, prima che compisse 59 anni. Il Presidente Albanese perse la vita ancora troppo giovane, ricoverato in ospedale dopo un malore, e con tanti sogni da realizzare. “Mio padre ha combattuto per questa Banca – ha affermato il figlio Virginio, visibilmente commosso -. Accettò con entusiasmo il suo incarico. Quando è scomparso ero troppo giovane per capire e solo dopo ho compreso il senso vero di quel progetto che lo vedeva sempre impegnato. Capacità, onestà, etica, solidarietà e bene comune furono i principi che lo guidarono. Un pensiero di ringraziamento lo rivolgo a mia madre, che per anni ha sostenuto mio padre nel suo valoroso cammino, riuscendo a mantenere unita la famiglia, e al Direttore Albanese, che ha saputo raccogliere l’eredità di mio padre riuscendo a realizzare il suo sogno“. Gli ha fatto eco suo figlio, il giovane Michele Albanese, che ha ringraziato per il riconoscimento alla memoria del nonno che purtroppo non ha conosciuto: “Abbiamo sempre sentito parlare della sua condotta, delle sue scelte, del suo carattare, del carisma. Il pensiero di avere parte di lui in me mi rassicura e mi riempie di orgoglio. Le opere che portano il suo nome arricchiscono me e mio fratello e ci dimostrano che la morte separa i corpi ma non gli intenti“.
“Michele Albanese ha costruito un sistema infrastrutturale in una terra che offriva poco, in grandi e sterminate aree di povertà. Capì che si poteva costruire un’autostrada lungo la quale indirizzare lo sviluppo di imprese e famiglie. Realizzò un volano per consentire la fuoriuscita di territori marginali da un’epoca di grande povertà” ha aggiunto Angelo Raffaele Marmo.
Dopo la morte del Presidente Albanese la storia della Banca è continuata con l’entusiasmo che ha saputo trasmettere al suo omonimo e amato nipote, l’attuale Direttore Generale. “Non è facilmente spiegabile il vuoto che ha lasciato, ma sembra essere ancora in mezzo a noi – ha dichiarato il Direttore Albanese -. Immaginava ogni secondo della sua vita come la Monte Pruno potesse diventare un modello di banca per tutto il mondo del credito cooperativo. Ho avuto il grande onere e onore di vivere in ogni passaggio ciò che lui volle e sono ancora qui con la stessa emozione del primo giorno, ossequioso verso la sua figura che ho visto sempre inarrivabile, lontana. Una eredità gigantesca, pesante sulle spalle, difficile da gestire, ma non posso che essere soddisfatto di questo importante percorso, per una Banca riconosciuta in tutta Italia. Le nostre azioni sono guidate dall’alto, da lui che ci guarda, ci consiglia quale strada prendere, proteggendoci. Non è facile per me portare il suo stesso nome e ricoprire la carica di Direttore senza lui vicino, ma oggi condivido il peso di questo nome con mio nipote Michele e con il figlio di Virginio, che portano il nome di uomini di valore che hanno lasciato il segno con grande sacrificio“.
Per l’occasione è stata consegnata la seconda edizione del libro “Michele Albanese. Pioniere, forse sognatore, certamente lungimirante”. Alcuni passi del testo sono stati letti al numeroso pubblico dal regista e attore Enzo D’Arco.