Dibattito acceso ieri sera a Casalbuono, dove si è tenuto l’esercizio della democrazia diretta tramite il confronto tra progettisti e comunità circa il progetto della diga proposto dal Consorzio di Bonifica.
Beniamino Curcio, Presidente del Consorzio, ha sottolineato l’importanza storica dell’evento per il territorio, definendo il progetto delle dighe come una delle opere più significative del Vallo di Diano dopo l’Alta Velocità. Ha evidenziato come l’idea di costruire le dighe sia emersa a Casalbuono a seguito dei danni causati dalle ripetute alluvioni nel corso degli anni, con spese ingenti per la riparazione degli stessi e danni alle infrastrutture stradali. Le alluvioni rappresentano un problema costante per il Vallo di Diano con eventi che si sono verificati annualmente dal 2014 al 2023, mettendo in evidenza la necessità di un intervento urgente e strutturale. Il progetto proposto mira a fornire una soluzione tecnica alle molteplici sfide legate alla gestione delle risorse idriche e alla sicurezza idrogeologica del territorio.
“Si prevede la costruzione delle dighe per laminare le piene e accumulare acqua nelle parti alte del bacino idrografico del fiume Tanagro. Questo consentirà di mitigare il rischio di alluvioni e di garantire un approvvigionamento idrico adeguato per scopi irrigui, non solo nel Vallo di Diano ma anche in altri distretti di bonifica della provincia di Salerno – spiega Beniamino Curcio – Il Consorzio ha il dovere di portare a termine il progetto perché abbiamo sottoscritto una convenzione con il Ministero. Sono convinto dell’utilità di queste opere sia per Casalbuono che per Montesano. Il progetto prende il via dalle necessità determinate dal Tanagro. Come Consorzio abbiamo quindi il dovere di pensare anche all’irrigazione dei terreni agricoli”.
Il Consorzio di Bonifica si dice aperto a comprendere e valutare soluzioni alternative a quelle previste. “Sceglieremo in base ad evidenze tecniche e scientifiche. L’importante è non mettere a rischio il finanziamento” precisa Curcio.
Durante il dibattito si sono alternate più voci, per lo più dissonanti tra loro. Poiché è stato il primo caso di dibattito pubblico sulla progettazione di una diga “ciò che conta è che emergano le proposte” auspicavano all’inizio del confronto i progettisti.
La rappresentante del gruppo di progettazione ha rimarcato l’importanza dell’infrastruttura che permetterebbe di affrontare i cambiamenti climatici e consentirebbe una transizione ecologica.
“Abbiamo il compito di proporre opere sicure dal punto di vista tecnico scientifico – hanno dichiarato i progettisti – Lo scenario della grande diga, accanto al Ponte del Re a Casalbuono, siamo tesi a scartarlo per il fenomeno del carsismo. Quindi la proposta è di due dighe: una di piccole dimensioni sul fiume Tanagro che ha la funzione di laminare le piene e ha lo scopo di captare le acque del fiume e portarle in un invaso a Montesano. Queste opere possono portare sviluppo per la comunità, ma i primi promotori dovete essere voi”.
Il team di progettisti ha riferito poi di diverse testimonianze di sviluppo e incremento del turismo dopo la costruzione di una diga che porta alla nascita di ulteriori possibilità per il territorio, ma le prospettive non hanno convinto la comunità che pone come impedimento alla realizzazione del progetto innanzitutto il sito scelto, poi la sottrazione di terreni agricoli di pregio e l‘annullamento dell’ecosistema presente ad oggi nel fiume. Ad esprimere la propria voce sono stati il Comitato No Diga, l’Associazione Pesca Sportiva e la Pro Loco: tutti dissidenti, sebbene la Pro Loco si sia mostrata aperta ad una geolocalizzazione alternativa della diga.
“Lo scompiglio scatenato alla diffusione della notizia del progetto diga ha portato al confronto – afferma il sindaco di Casalbuono Carmine Adinolfi – Cerchiamo di tutelare il nostro territorio non dicendo no a prescindere, ma valutando i costi e i benefici che andrebbe a ricevere da questo progetto”.
Adinolfi ha consegnato un documento ufficiale al coordinatore del progetto in cui spiega che l’intervento già nel 2020 era sembrato interessante: “Invece quello presentato ora è penalizzante. Sono quindi venute a mancare le sussistenze che ci piacevano. La nostra opinione è che tali alternative non soddisfano le aspettative e non apportano benefici concreti e validi per la nostra comunità. Faremo pervenire una relazione in cui illustreremo le opere compensative”.
Parere negativo dunque dal Comune di Casalbuono che sta vagliando una proposta alternativa da sottoporre ai tecnici. Quello che preoccupa è che “l’invaso comporta sottrazione di terreno agricolo e la pista fluviale turistica sarebbe una passeggiata accanto ad un letto di pietre. La portata d’acqua prevista andrebbe dispersa nell’alveo del fiume”.
L’Associazione Pesca Sportiva di Casalbuono ha rimarcato i rischi per l’ecosistema presente oggi che andrebbe a scomparire: “Non possiamo non rammaricarci dello stato di salute del fiume Tanagro nel versante di Casalbuono che è in piena crisi ecologica. Ogni anno, dalla fine della primavera, un tratto del fiume Calore registra un abbassamento notevole fino a prosciugarsi per un tratto. In altre zone il fiume è ridotto ad acque stagnanti quindi non è garantito un minimo rilascio di acqua che tuteli la vita acquatica. Trota fario e trota iridea sono degli esempi delle specie che abbiamo l’onore di ospitare. E’ necessario che sia rispettato il deflusso minimo vitale. In definitiva, siamo d’accordo con la proposta del Comune”.
La popolazione di Casalbuono può ancora inviare le sue osservazioni sul portale dedicato. La raccolta terminerà il 16 luglio ed entro il 16 settembre il Consorzio di Bonifica deciderà quale forma progettuale realizzare. Per il Comitato No Diga si tratta comunque di “una proposta sciagurata, una minaccia per il territorio. A Casalbuono si vuole sfidare la natura evidentemente”.
Questa sera il dibattito prosegue a Montesano sulla Marcellana, altro paese interessato dalla progettazione di un invaso.