A seguito della collaborazione intrapresa tra l’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno e l’associazione Ail Salerno, è stato approvato il progetto sperimentale “Ospedale a Domicilio”, nato dalla necessità di assistere presso le proprie abitazioni i pazienti oncoematologici con difficoltà a recarsi in autonomia presso il reparto ospedaliero preposto a tale patologia.
La prospettiva del Ruggi mira a soddisfare i bisogni reali ed impellenti degli ammalati, qualora le persone in questione non avessero una rete familiare di supporto o perché carenti sul piano dell’autonomia personale, in linea con i principi adottati e diffusi dall’Azienda Sanitaria di Salerno, volti all’umanizzazione delle cure e alla totale disponibilità.
“L’Ospedale a Casa del Paziente” è un concetto che si attua e diventa quindi tangibile grazie alla benevolenza dell’Ail Salerno che ha attivato la suddetta convenzione con la Direzione Strategica del Ruggi a favore dei pazienti fragili in carico alla Unità Operativa Complessa di Ematologia e Centro Trapianti di Midollo, diretta dal Professore Carmine Selleri.
“Siamo molto felici che si sia realizzata questa integrazione tra ospedale e Ail – dichiara Elvira Tulimieri, presidente Ail sezione di Salerno “Marco Tulimieri” – che si è concretizzata in seguito alle numerose donazioni dei tanti sostenitori salernitani. Teniamo a ringraziare la Direzione Strategica del Ruggi, la dottoressa Antonietta Ferrara che ha curato il percorso di condivisione, il professore Selleri, la dottoressa Bianca Serio, Responsabile Scientifica di un progetto che contribuirà a migliorare la qualità della vita di molte persone e a conferire loro dignità e valore durante le cure intraprese”.
Saranno i medici e il personale dedicato del reparto di Ematologia del nosocomio salernitano, che già conoscono le problematiche dei singoli degenti, a portare le cure a domicilio in un connubio che mira al potenziamento dell’offerta assistenziale e al proseguimento ed alla continuità delle terapie necessarie per una patologia che nella provincia di Salerno colpisce circa 400 persone all’anno.
“Individuare forme di collaborazione ed incrementare il lavoro multidisciplinare è un obiettivo ampiamente raggiunto con l’attuazione di questo progetto sperimentale di cui siamo fieri che mette in campo ogni nostra risorsa, impiegata per favorire il benessere e il supporto dei pazienti” dichiara il Direttore D’Amato che a nome dell’intera Direzione Strategica ringrazia l’Ail per quanto fatto.