Il caso legato all’atroce delitto di Marzia Capezzuti torna nel programma di Rai 3 “Chi l’ha visto?”, condotto da Federica Sciarelli.
La 29enne milanese è stata vittima di atroci torture e infine strangolata. Il corpo di Marzia è stato ritrovato nell’ottobre 2022 in un casolare tra le colline di Pontecagnano Faiano e Montecorvino Pugliano.
Nel corso del programma, intervistati da Chiara Cazzaniga, erano presenti i genitori della giovane donna. Durante il programma sono state lette alcune missive che Damiano Noschese, marito di Barbara Vacchiano, avrebbe scritto dal carcere con l’aiuto di un compagno di cella. Lettere dove Noschese avrebbe raccontato cosa sarebbe successo e la sua estraneità all’omicidio. Lo stesso avrebbe poi ritrattato sul contenuto.
“Lei è finita in mano a degli aguzzini, sono dei mostri – ha sottolineato papà Ciro – Queste persone le odio con tutto me stesso per quello che hanno fatto a mia figlia. L’hanno trattata proprio come nei lager, mi strazia il cuore vedere queste immagini. Mi hanno ingannato: certo, un poco di responsabilità a livello genitoriale per quanto accaduto ce l’ho. Quella telefonata che io ho fatto con Barbara, quella maledetta, è un mio scrupolo”.
Il Comune di Pontecagnano Faiano ha deciso di costituirsi parte civile nel procedimento penale sull’omicidio di Marzia Capezzuti: “Volevo spendere due parole per il Comune di Pontecagnano. Faccia quello che vuole, io rimango sdegnato di questa cosa. Rispetto i giudici ma secondo me delle responsabilità ci sono. Adesso piangiamo sulla sua tomba Marzia ma lei oggi poteva essere viva”, ha affermato Ciro Capezzuti.
Spazio inoltre alla ricostruzione delle angherie subite dalla giovane: “Non si capisce perché l’hanno uccisa. Le rubavano i soldi, lei era diventata il loro bancomat”, l’amaro commento giunto dalla Sciarelli dopo un approfondimento andato in onda in cui si vedevano i componenti della famiglia Noschese-Vacchiano prelevare sistematicamente denaro dalla carta della 29enne.
Al centro del dibattito televisivo anche una segnalazione anonima sulle condizioni della ragazza fatta alla Questura di Salerno poco tempo prima dell’atroce delitto.