Oggi ricorre l’80° anniversario del tragico incidente ferroviario che colpì la comunità di Balvano.
Si tratta della più grave tragedia ferroviaria della storia del Paese. Circa 600 persone morirono avvelenate dal monossido di carbonio prodotto da due locomotive a vapore che trainavano il treno 8017.
Nel 1944 uomini, donne e ragazzi dalle aree campane cercavano di spostarsi verso la Lucania e la Puglia: lo facevano per fame, in una situazione che vedeva ben presenti le conseguenze della guerra e della resa incondizionata. La linea Battipaglia-Potenza-Metaponto nel 1944 costituiva l’unico collegamento ferroviario utilizzabile tra Tirreno, Ionio e Adriatico ed era gestita dagli Alleati, utilizzando il personale italiano.
Il treno 8017, dopo un viaggio iniziato a Napoli circa 12 ore prima era partito dalla stazione di Balvano cinquanta minuti dopo la mezzanotte di quel 3 marzo 1944, con ambedue le locomotive in testa, al traino di ben 45 carri: una composizione non regolare e, soprattutto, pessima per la concentrazione dei fumi di scarico nelle gallerie per coloro che erano a bordo. Il treno giunse all’interno della Galleria delle Armi. Ma poco dopo l’ingresso nel tunnel rallentò, poi fermandosi. E lì rimase per ben 5 ore.
I passeggeri e il personale a bordo si trovarono intrappolati in un ambiente irrespirabile, avvelenati dal fumo e dai gas di scarico delle locomotive. I soccorsi giunsero solo dopo diverse ore, ostacolati dalla difficoltà di accesso alla galleria e dalla scarsa visibilità.
“Sono trascorsi 80 anni da quella tragica notte. Una tragedia, appunto, sulla quale per lungo tempo ha gravato un imbarazzante e colposo silenzio ma che ci impone di onorare la memoria delle oltre 600 vittime – così il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ricorda l’incidente ferroviario avvenuto nella Galleria delle Armi nella notte tra il 2 e il 3 marzo 1944 – A tal fine, dallo scorso 2021, con la legge regionale numero 33 abbiamo voluto proclamare il 3 marzo la Giornata della Memoria in ricordo della sciagura ferroviaria di Balvano. Il senso è di trasmettere un ricordo condiviso che ci guidi e costruisca il senso etico che deve caratterizzare le nostre azioni come singoli e come comunità. Il valore della nostra commemorazione è dunque quello di restituire dignità a quelle vittime per troppo tempo dimenticate. Desidero rivolgere un pensiero di vicinanza ai familiari delle vittime che hanno subito, oltre la perdita, anche l’indifferenza di un’epoca caratterizzata da contrasti e contraddittori. Dopo 80 anni, non possiamo parlare di pacificazione con la storia, ma possiamo affermare che questi ultimi anni ci hanno restituito in maniera più limpida i contorni dell’evento. Nel rispetto dei passeggeri clandestini la cui unica colpa fu di salire su quel treno merci”.