“Nel primo mese del nuovo anno l’emergenza rimane e anzi si aggrava con due vittime in più rispetto a gennaio 2023. Così la situazione diventa sempre più allarmante. E ciò che maggiormente colpisce in questa nostra mappatura è, da un lato, l’incidenza di mortalità più elevata tra gli over 65 e, dall’altro, l’elevato numero degli infortuni tra i giovanissimi fino ai 14 anni, che sono oltre il 10% del totale delle denunce di infortunio. E poi c’è il più che significativo dato relativo all’incidenza di mortalità dei lavoratori stranieri: quasi il triplo rispetto agli italiani”.
Il commento giunge da Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, rispetto alla prima proiezione dell’anno sull’emergenza elaborata dal proprio team di esperti e che vede nell’incidenza il vero indicatore di rischio per i lavoratori del nostro Paese. A finire in zona rossa a gennaio 2024 con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale sono Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Umbria, Abruzzo e Calabria. In zona arancione Sardegna, Lazio, Piemonte, Liguria e Sicilia. In zona gialla Lombardia e Campania. In zona bianca Veneto, Basilicata, Emilia-Romagna, Molise, Puglia e Toscana.
Anche nel primo mese dell’anno l’Osservatorio elabora l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età e lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati). Un dato, quest’ultimo, che continua ad essere ancora preoccupante tra i lavoratori più anziani e infatti l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (2,9), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (2,5).
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nel mese di gennaio sono 8 su 33. Con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere quasi triplo rispetto agli italiani. Infatti gli stranieri registrano 3,4 morti ogni milione di occupati, contro l’1,2 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro. Sono 45 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 33 in occasione di lavoro (una in meno rispetto a gennaio 2023) e 12 in itinere (3 in più rispetto a gennaio 2023). Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (6). Seguono Trentino-Alto Adige (5), Lazio (4), Piemonte (3), Campania, Sicilia, Marche e Friuli-Venezia Giulia (2), Veneto, Abruzzo, Calabria, Valle d’Aosta, Umbria, Liguria e Sardegna (1). Ancora fortunatamente senza vittime Emilia-Romagna, Puglia, Toscana, Basilicata e Molise.
All’inizio del 2024 è sempre il settore delle Costruzioni a registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro (5). È seguito dal settore Servizi di Alloggio e Ristorazione (4), da Trasporti e Magazzinaggio e da Attività Manifatturiere (3). La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 45 e i 54 anni (16 su un totale di 33). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a gennaio sono 3, mentre 2 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 8, mentre sono 5 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. Il venerdì risulta essere il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nel primo mese dell’anno (27,3%).
Le denunce di infortunio totali crescono del 6,8% rispetto a gennaio 2023. Erano, infatti, 39.493 a fine gennaio 2023, nel 2024 sono passate a 42.166. Anche ad inizio del 2024 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (3.752); seguono Sanità (2.112), Costruzioni (1.810), Trasporto e Magazzinaggio (1.778) e Commercio (1.703). Le denunce di infortunio delle lavoratrici a gennaio sono state 15.631, quelle dei colleghi uomini 26.535.