Il Tribunale del Riesame di Salerno, in accoglimento dell’appello proposto dalla Procura di Salerno avverso l’ordinanza di rigetto della richiesta di misura cautelare emessa dal GIP di Salerno, ha disposto l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti dell‘indiano S.D., ritenuto responsabile dell’omicidio di un connazionale.
L’indagine ha preso le mosse dal rinvenimento, avvenuto l’8 febbraio del 2022, di resti umani in una zona rurale a Palomonte, precisamente in un campo incolto non lontano dalla Strada Provinciale 10/A. La vittima, prima di essere uccisa, era stata brutalmente percossa (numerose le fratture riscontrate al setto nasale, alla mandibola, alla tibia destra), quindi sventrata e decapitata ed era stata identificata, tramite analisi genetiche compiute sui reperti di DNA, in Singh Gurinder, bracciante agricolo di origini indiane, regolarmente in Italia dal 2011 e trasferitosi in Campania nell’agosto del 2021, allorquando era stato assunto da un’azienda bufalina distante qualche chilometro dal punto del ritrovamento del cadavere.
Secondo l’ipotesi accusatoria, ritenuta fondata dal Tribunale del Riesame, l’omicidio scaturisce da contrasti personali insorti tra la vittima e l’indagato, entrambi coinquilini in un piccolo prefabbricato di pochi metri quadrati messo loro a disposizione dalla datrice di lavoro.
All’identificazione di S.D. quale sospetto autore dell’omicidio si è arrivati dopo accertamenti compiuti dalla Polizia Scientifica, che hanno consentito di rinvenire tracce di sangue, compatibili con il profilo genetico della vittima, all’interno dell’auto dell’indagato, su alcuni suoi indumenti e infine all’interno del prefabbricato che, dopo la scomparsa di Gurinder, era stato abitato in via esclusiva dall’indagato.
Tali elementi non erano stati ritenuti integrare gravi indizi di colpevolezza da parte del GIP che, evidenziando lacune nelle investigazioni, quali il mancato utilizzo della tecnica del “Bloodstain Pattern Analysis” (analisi scientifica delle traiettorie degli schizzi di sangue), aveva ritenuto non sufficienti le tracce ematiche e assorbenti alcune dichiarazioni rese in fase di indagini difensive da testimoni che sostenevano di aver visto in vita la vittima fino alla mattina del 28 dicembre 2022, ovvero in un momento successivo o comunque concomitante con la partenza dell’indagato per il suo Paese di origine.
Il Tribunale del Riesame, ritenendo altamente sintomatica la circostanza della partenza dell’indagato avvenuta all’improvviso con biglietto aereo per un volo intercontinentale comprato poche ore prima del viaggio, senza alcun preavviso e senza che venisse registrato alcun bagaglio, è giunto a conclusioni opposte a quelle del GIP. La misura cautelare disposta non è eseguibile, pendendo i termini per la sua eventuale impugnazione innanzi alla Corte di Cassazione.
E’ doveroso precisare che le indagini sono in corso e che quelli rappresentati costituiscono solo gli esiti provvisori delle stesse, sottoposte ad ulteriore vaglio da parte dell’Autorità giudicante.
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