“La vicenda che sta riguardando i tagli di boschi di faggio secolari sul Monte Cervati, nel territorio di Piaggine, evidenzia la scarsa cultura dei nostri amministratori verso la conservazione e la valorizzazione di questa Area naturale Protetta, (anche) meta turistica e di tornaconto economico“. Così i promotori di “Salviamo il Cervati” in merito al taglio di alberi nella zona definita “area SIC e ZPS del Monte Cervati”, sito naturale tra i più importanti della Comunità europea, ma anche definita “Zona B1, ambito di elevato pregio naturalistico” del Piano del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni e interessata dall’attraversamento del sentiero trans-europeo E1, del Sentiero Italia e da alcuni sentieri ufficiali del Parco.
Il Comune di Piaggine ha autorizzato tagli boschivi di faggi d’alto fusto nell’agosto del 2010, nell’autunno 2013 e in ultimo a settembre scorso. Nonostante le asserite autorizzazioni (del Parco, della Regione Campania settore forestale), a parere di Italia Nostra sul Cervati si sta operando in maniera non rispondente allo spirito e alla lettera della normativa vigente.
Con l’entrata in vigore del Piano del Parco nel 2010, tutti i Comuni interessati, tra cui Piaggine, avevano l’obbligo di adeguare i propri Piani di assestamento forestale (PAF), che regolano l’uso della foresta, alle sopraggiunte “norme di attuazione del Parco”. Tali norme stabiliscono (art. 8) che nelle aree B1 i tagli di boschi devono avere carattere “protettivo”.
“Invece i tagli che si ripetono (come previsti nel PAF scaduto nel 2007) sono chiaramente di tipo produttivo – dichiarano – eseguiti da impresa boschiva, per solo scopo economico, con finalità contrarie al bosco naturale da tutelare e proteggere. Finalità protettive, di conservazione e di potenziamento eco sistemico degli habitat delle faggete, ribadite con maggiore dettaglio nel Piano di Gestione della Zona di Protezione Speciale Monte Cervati e dintorni, adottato dall’Ente Parco nel 2010, rispetto alle cui prescrizioni i tagli e le modalità di taglio effettuate nelle faggete del Cervati vanno in direzione assolutamente opposta“.
In questi anni cittadini e associazioni si sono mossi con esposti e istanze per fermare gli abbattimenti e conoscere le autorizzazioni concesse. Nel 2010 e 2013 Italia Nostra ha denunciato la mancanza di un PAF del Comune adeguato alle norme del Piano del Parco. Nel 2020, in seguito a richiesta di accesso agli atti, il Comune informò che non era in vigore un nuovo PAF e i progetti di taglio si attenevano a quanto previsto dal PAF vecchio. Oggi gli abbattimenti dei faggi sono ripresi in maniera consistente.
“Non abbiamo conoscenza se esistono le necessarie approvazioni di un nuovo PAF comunale aggiornato e se esistono le relative valutazioni paesaggistiche o di potenziamento della funzione eco sistemica sul disboscamento in questione (previste dalle norme del Parco stesso) – spiegano – abbiamo ripetutamente denunciato agli enti preposti alla tutela che, secondo le nostre misurazioni e rilievi fatti sul campo, l’impresa ha operato abbattimenti ben oltre le particelle autorizzate allegate al PAF e ad altitudini superiori i 1.500 metri di quota, abbiamo constatato e pubblicamente richiesto di sapere quali controlli (obbligatori per legge) sono stati eseguiti da Comune e Ente Parco durante le fasi del taglio, necessari ad assicurare la corretta perimetrazione e il rispetto delle regole e prescrizioni (divieto di uso di mezzi meccanici cingolati). A seguito di ricorsi e vari stop ad oggi in definitiva sul Monte Cervati, nell’ambito del Comune di Piaggine, sono state abbattute alcune migliaia di alberi di faggio d’alto fusto in un territorio di circa 110 ettari (circa 160 campi sportivi!) tra le località Piana degli Zingari, Temponi e Acqua che Suona. Ma sono state abbattute anche diverse decine di alberi di dimensioni monumentali, che dovevano invece essere risparmiati, in quanto indispensabili al mantenimento del delicato equilibrio eco sistemico e biologico del bosco“.
I promotori chiedono dunque “la fine immediata di questi scempi nei boschi di faggio e la conoscenza di quanto autorizzato. Il rispetto integrale e l’attuazione delle prescrizioni e delle linee di intervento del Piano di Gestione della ZPS Monte Cervati e dintorni. La celere approvazione dei nuovi PAF dove mancanti“.
Tutti gli interessati sono invitati ad intervenire alla manifestazione che si terrà il 1° novembre alle ore 9,30 in località “Acqua che Suona” a Piaggine per protestare contro il taglio del bosco di faggi e sottoscrivere il documento “Salviamo il Cervati”.
I promotori del documento sono Italia Nostra – sezione Regione Campania, Italia Nostra – sezione Cilento Lucano, Federazione Italiana Escursionismo, TAM Campania C.A.I, Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino, L’Altra Italia Ambiente, Legambiente sezione di Agropoli, Gruppo Escursionistico Trekking Vallo di Diano, Futura Cilento – associazione per lo sviluppo locale equo e sostenibile, Associazione Per un Comune Migliore di Camerota e diversi residenti del Parco Nazionale.