Strada in salita per i capoluoghi di provincia campani sul fronte della qualità ambientale dove le emergenze urbane, nonostante lievi miglioramenti, restano più o meno le stesse: smog, trasporti, spreco idrico, auto circolanti restano, infatti, le questioni più critiche da affrontare. I risultati si vedono: Napoli in piena zona retrocessione al 98° posto (era al 92° lo scorso anno), Caserta registra la perdita di ben 21 posizioni classificandosi all’88° posto, Salerno migliora le sue perfomance (+22 posizioni) ma rimane al 77° posto. Benevento è miglior capoluogo campano al 59° posto (era 76° lo scorso anno) seguita da Avellino al 60° posto (+9 rispetto allo scorso anno).
È quanto emerge in sintesi da Ecosistema Urbano, il report di Legambiente realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ORE, sulle performance ambientali di 105 Comuni capoluogo.
“Non si potrà, infatti, vincere la sfida ambientale e climatica – commenta Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campania – senza una vera e propria rivoluzione delle aree urbane, perché è in questi territori che si amplificano le crisi ambientali, sociali ed economiche. Le città vanno ripensate come motori di un cambiamento capace di renderle vivibili e a misura umana, nonché laboratori fondamentali per il percorso di decarbonizzazione. Occorre infrastrutturarle realizzando gli impianti industriali dell’economia circolare, riducendo le perdite nella rete di distribuzione dell’acqua completando la rete di fognatura e depurazione delle acque reflue, dove va garantita una mobilità innovativa, con un trasporto pubblico cittadino e treni pendolari, da e per le città, frequenti, puntuali e moderni. Una sfida che vede le nostre città capoluogo ancora in netto, grave ritardo. Occorre riqualificare, a partire dalle periferie, gli spazi comuni con luoghi d’incontro, pedonalizzazioni, corsie ciclabili, vie scolastiche, messa a dimora di nuove alberature, promuovendo quelle foreste urbane utili a mitigare gli effetti delle ondate di calore, creando corridoi verdi per facilitare spostamenti a piedi anche nei periodi più caldi e puntando sulla natura urbana per mitigare l’impatto climatico nelle città, valorizzando la bellezza come leva del cambiamento. Siamo in grado di farlo ma serve quella volontà politica, a livello nazionale e locale, che è mancata finora e che anno dopo anno diventa sempre più urgente”.
Per quanto riguarda le concentrazioni di Pm10 i valori medi rientrano nel limite previsto dalla direttiva comunitaria per la protezione della salute umana di 40 μg/mc, mentre sforano tutte, tranne Salerno, l’obiettivo medio annuo dei 20 μg/mc indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la salute. I valori medi vedono in testa Benevento con 26 μg/mc, seguono Avellino e Caserta con 25 μg/mc, Napoli con 24. Chiude Salerno con 20. In nessun capoluogo campano nel 2021 il valore medio delle concentrazioni misurate per il biossido di azoto (NO2) dalle centraline in ambito urbano è superiore al limite di legge di 40 μg/mc. La situazione più critica a Napoli, dove si è registrata una media 32 μg/mc e registra una centralina che ha rilevato concentrazioni medie annue superiori ai 40 μg/mc segue Salerno con 30; Avellino con 21; Caserta con 20 e Benevento con 15.
Napoli e Caserta con 172 e 162 litri al giorno pro capite di consumi idrici domestici di acqua potabile superano la media nazionale di 151 litri al giorno, media eguagliata da Salerno. Sotto la media Benevento con 134 litri. Per stimare le probabili dispersioni si calcola che la quota di acqua potabile immessa in rete e non consumata: il dato medio sulla dispersione dell’acqua nei capoluoghi conferma una situazione critica e l’assenza di forti segnali di discontinuità col passato. La situazione peggiore si registra a Salerno con 64% di perdite, seguita da Caserta con 61%, Benevento con il 56% e Napoli con il 35%.
Avellino, Benevento e superano l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata fissato per il 2012 rispettivamente con una percentuale del 66 %. Salerno raggiunge il 65% di raccolta differenziata. Chiudono Caserta con il 54,7% e Napoli, ancora lontana, con 37,8 %.La produzione di rifiuti rappresenta una delle pressioni ambientali maggiori delle nostre città e non solo laddove si sono verificate delle emergenze legate a raccolta e smaltimento. Per questo motivo la riduzione della produzione dei rifiuti è un obiettivo importante individuato dalle politiche europee e nazionali.
L’estensione media delle isole pedonali nei comuni capoluogo si attesta a 49,1 m2 ogni 100 abitanti. In Campania nessuna città raggiunge questa media, Benevento e Napoli si avvicinano con 40 m2 ogni 100 abitanti e 33,4 m2, Avellino fanalino di coda con appena 2,6 m2. Tutte le città campane presentano dotazione inferiore alla media nazionale di 43 mq/ abitante di verde urbano fruibile. Si passa dai 31 mq di Avellino, ai 22 di Benevento e ai 19,2 di Salerno. Chiude Napoli con 13,5 mq. Nota dolente sul fronte delle energie rinnovabili, dove solo Avellino registra un minimo di diffusione di solare termico e fotovoltaico installato nelle strutture pubbliche, con un valore di 7,99 kW per 1000 abitanti al di sopra del valore medio nazionale, che si attesta sui 5,53 kW/1.00 ab. Fanalini di coda Napoli con 0,33 kW/1000 abitanti, Salerno con 1,44 kW/1000 abitanti e Caserta con 1,14 kW/1000 abitanti.