Il Prefetto di Potenza ha firmato in mattinata due nuove interdittive antimafia nei confronti di due società con sede legale nel capoluogo, operanti nel settore delle attività di gestione dei rifiuti, delle pulizie e dei servizi ambientali. I provvedimenti sono stati adottati dopo le verifiche sulla richiesta di informazioni e comunicazioni antimafia e di iscrizione nell’elenco dei fornitori, dei prestatori di servizi e degli esecutori di lavori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa (White list).
Gli esiti dell’istruttoria, con le valutazioni del Gruppo Interforze Antimafia che opera in Prefettura, hanno accertato l’esistenza, attraverso legami familiari e di conoscenza, di elementi sintomatici di un pericolo di infiltrazione mafiosa, con possibile condizionamento delle scelte imprenditoriali, considerata la contiguità con elementi appartenenti a sodalizi criminali del clan potentino “Martorano -Stefanutti”.
“Come mi capita di ripetere in diversi contesti, è assolutamente strategico il rafforzamento del sistema prevenzionistico di natura amministrativa svolto dalle Prefetture, con lo strumento delle informazioni antimafia – ha dichiarato il Prefetto Campanaro – Le misure interdittive adottate oggi toccano due società che operano in uno dei settori (quello dei rifiuti e dei servizi ambientali) in assoluto a maggior rischio di condizionamento e permeabilità da parte di segmenti criminali. Ritengo, quindi, essenziale massimizzare i risultati dell’azione di prevenzione e di contrasto alla criminalità attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori del sistema sicurezza, dalle Forze di Polizia, alla Magistratura, agli Enti territoriali, sino alla stessa società civile”.
Con le due misure salgono a 38 le interdittive antimafia adottate da gennaio 2022, 16 da gennaio 2023. Per il grande lavoro svolto che sta supportando l’azione della Prefettura, il Rappresentante del Governo ha rivolto un plauso e un ringraziamento al Gruppo Interforze Antimafia, quale organismo di garanzia massima delle condizioni di impermeabilità della parte sana dell’economia lucana dai tentativi di infiltrazione mafiosa.