“Il problema non è il terzo o il quarto o il quinto mandato. Il problema è Vincenzo De Luca, un uomo libero che non ha padroni e non ha correnti. Questo perché tra la bandiera di partito e la verità scelgo la verità e perciò credo di avere il rispetto anche degli altri partiti“. E’ quanto dichiarato dal Presidente della Regione Campania in merito al terzo mandato.
De Luca si è definito “il più votato d’Italia del Pd“: “Io ebbi il 70% dei voti. Chi vi sta parlando ha preso il triplo dei voti di quelli che ha preso la Schlein. Non che mi aspetti che mi si dica grazie, ma perlomeno non mi rompete le scatole, fate perlomeno le persone educate. L’educazione non è un optional, vorrei ricordarlo a qualche giovanotto del Pd, ma una precondizione. Se fossimo un partito serio avremmo parlato di quanto fatto alla Regione Campania per sputare sangue e rivendicare con orgoglio le cose fatte. Ma invece siamo dei maleducati, geneticamente scostumati, almeno alcuni di noi“.
De Luca è rimasto infastidito dai dubbi espressi da alcuni esponenti del partito in merito al suo terzo mandato. “Questo non è un partito, è un pollaio – dichiara -. Io penso che possa essere eccessivo anche un mandato se uno non è capace di governare, così come penso sia un dovere democratico dare la parola ai cittadini per decidere da chi vogliono farsi governare. E invece secondo loro dovrebbe decidere qualche imbecille che sta a Roma e che non ha manco il voto della madre. In Veneto Zaia vive di vita serena, lo trattano con deferenza, lo rispettano, indicano il suo lavoro e qui invece devi stare attento agli imbecilli. Ci sono esponenti del Pd che hanno sette legislature che stanno al Governo da dieci anni senza fare niente“.
“Maleducati, imbecilli, pinguini” è come Vincenzo De Luca ha definito il suo partito dal palco della Festa dell’Unità a Napoli.
“Nel Pd c’è un tasso altissimo di presunzione – afferma -. Continuiamo a pensare di essere moralmente superiori agli altri e invece in molti casi siamo presuntuosi e inconcludenti e alla fine inferiori agli altri. Ci sono dirigenti di partito che passano il loro tempo a organizzare le loro correnti. Questo non è un partito politico, un partito vive di militanza, qui si valorizza solo chi ha il capocorrente che lo protegge e lo fa eleggere alle elezioni successive. Io sono l’esatto contrario, mi faccio tanti nemici però è un godimento dire quello che penso liberamente. Se l’alternativa è questa, la Meloni gode della migliore assicurazione sulla vita. Durerà cinque anni. Rischiamo davvero di tenerci questo Governo. Ecco perché la battaglia è mettere in piedi un’alternativa credibile e questo comporta un lavoro immane. Perchè se continua così finiremo nelle mani del generale Vannacci“.