Dopo 5 anni ancora nessuna novità sull’identità del giovane rinvenuto cadavere sui monti di Petina. Era, infatti, il 18 luglio del 2018 allorquando un giovane ciclista di Caggiano, appassionato di trekking, notò tra le sterpaglie il corpo senza vita di un ragazzo dall’apparente età di circa 30 anni, avvisando immediatamente i Carabinieri della Compagnia di Sala Consilina.
Di quel ragazzo, sprovvisto di documenti e di telefono cellulare, nonostante le indagini svolte dagli inquirenti su disposizione dalla Procura della Repubblica di Lagonegro, non si è mai saputo niente e dopo 4 mesi, precisamente il 30 novembre del 2018, il corpo senza identità dell’uomo fu sepolto nel cimitero di Petina e il caso fu archiviato dalla stessa Procura.
E purtroppo, da allora, quel corpo rimane ancora sepolto presso il cimitero di Petina, senza essere mai stato consegnato ai suoi familiari, nonostante qualche tempo fa, nel territorio limitrofo di Auletta, i Carabinieri avessero rinvenuto un’auto Peugeot, sprovvista di targa ed abbandonata in un dirupo che potrebbe essere stata usata dal giovane. Tutto lascerebbe pensare, ovviamente, ad un suicidio architettato nei minimi dettagli, con l’intento proprio di non lasciare nessuna traccia. E proprio dal rinvenimento di quell’auto si spera, ora, che si riapra il “caso” e che si giunga all’identità del giovane che potrebbe essere proprio di origini francesi, come la marca dell’auto rinvenuta ai confini tra i territori di Auletta e Petina.
La speranza, ovviamente, è che si possano riaprire le indagini, partendo proprio dal rinvenimento di quell’auto che, seppur sprovvista di targa, potrebbe essere individuabile dal numero del telaio affinché ci sia anche per “lo sconosciuto di Petina” una croce a indicare il suo nome, togliendolo dall’oblio dannato dei sepolti privi di identità.
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