Preoccupa gli allevatori e il presidente dell’Associazione Italiana Coltivatori di Salerno (AIC) Donato Scaglione l’aumento nel Salernitano dei casi di tubercolosi bovina. Questa vicenda ha spinto l’AIC a scrivere una missiva inviata nelle scorse ore alla Regione Campania con richiesta urgente di intervento sulla questione relativa alla diffusione dell’epidemia tra i bovini.
La missiva è stata indirizzata all’assessore all’Agricoltura della Regione Campania Nicola Caputo, al Presidente della Commissione Bilancio della Regione Campania Franco Picarone, al Presidente della Commissione Aree Interne della Regione Campania Michele Cammarano e al Presidente della Commissione Agricoltura della Regione Campania Maurizio Petrarca.
“Nonostante l’attenzione della Regione al settore agricolo e al comparto bufalino – spiega il presidente provinciale di AIC – siamo preoccupati dalle crescenti segnalazioni che ci arrivano dai nostri tecnici e che evidenziano come, negli ultimi tempi, si stia registrando un significativo aumento dei casi di tubercolosi bovina nelle aree collinari e montane dell’Alta Valle del Sele, dei Monti Picentini e del Cilento interno. I dati epidemiologici del periodo da gennaio a giugno confermano che tale problematica interessi quasi tutti gli allevamenti, registrando 30 focolai nel territorio salernitano su 32 focolai in corso in tutta la Campania e contro i 70 attivi in tutta Italia. Rispetto all’analisi di tali dati esiste un fondato sospetto che questi casi siano legati anche all’aumento della fauna selvatica quali cinghiali, cervi e caprioli”.
Scaglione per questo motivo sollecita la Regione Campania ad avviare una collaborazione con le strutture sanitarie veterinarie preposte ad approfondire la tematica e a mettere in campo anche le opportune risorse economiche per alleviare i disagi che tale situazione sta causando al comparto. Infine, chiede di convenzionare gli stabilimenti del comparto caseario per la lavorazione del latte proveniente da allevamenti riconosciuti come infetti garantendo ai produttori colpiti un prezzo comunque remunerativo, di avvicinare gli allevamenti marginali alla cultura della prevenzione del rischio e intervenire su MASAF (Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste) ed AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) per estendere i benefici economici a ristoro degli eventi catastrofici coperti dal Fondo AGRICAT anche alle epizoozie nonché sollecitare i rimborsi delle coperture assicurative che qualche allevatore ha stipulato negli scorsi anni con snellimento delle attuali farraginose procedure burocratiche.
L’AIC richiede anche l’attivazione di un riconoscimento da parte di AGEA dello stato di circostanza eccezionale per epizoozia al fine di evitare la perdita dei premi comunitari richiesti in domanda di pagamento UNICA e PSR, indennità compensativa correlata alla mancata pratica di pascolamento per blocco delle movimentazioni.
“Le perdite connesse a tali problematiche – conclude Scaglione – comporterebbero per tutta la filiera gravi danni economici sui redditi già esigui degli allevatori direttamente e indirettamente coinvolti”.