Destano infondate preoccupazioni le notizie di casi di legionella tra il “Ruggi” di Salerno, l’ospedale di Eboli e quello di Roccadaspide.
Dopo la fine della pandemia da Covid, l’attenzione della sanità in materia di prevenzione e controllo si è focalizzata sulla legionella, soprattutto in Campania.
Ieri infatti si è tenuto un focus, ovvero un corso nell’ambito del DEA a cui hanno partecipato il Direttore Sanitario di Eboli, Nicoletta Voza e gli esponenti degli organi preposti al controllo.
È stato rilevato che, com’è noto, il batterio della legionella si annida dove non c’è il ricircolo di acqua, come è avvenuto in alcune aree dell’ospedale di Roccadaspide, chiuse da tempo e quindi risultate positive al batterio.
Sono in atto azioni correttive, ma è bene precisare che non risulta alcun caso di contagio umano. Al contrario del “Ruggi” di Salerno, dove un paziente è risultato positivo al test di legionellosi. La persona in questione era transitata anche per il nosocomio di Eboli, perciò sono scattati i campionamenti. Anche qui tutti negativi, quindi sarà l’anamnesi del paziente a svelare dove abbia potuto contrarre il batterio.
Nel frattempo la comunicazione tra Arpac e Direttore Sanitario resta costante e i registri di controllo saranno visionati ogni mese.