“Milano – Battipaglia 900 km 5 ore e 10. Battipaglia – Potenza 84 km 2 ore“.
Da questa considerazione prende il via lo sfogo che una viaggiatrice ha inviato alla nostra redazione.
“Autobus previsto alle 16.33, l’unica linea ferroviaria locale è interrotta tutta l’estate e sostituita da autobus su gomma. Fuori dalla stazione, un gruppetto di altri pendolari di rientro verso il proprio paese d’origine chiede agli autisti bivaccati negli autobus qualche informazione. Nessuno apre e nessuno si degna di rispondere. All’ennesimo tentativo di un signore anziano, uno degli autisti, panzuto e con una vistosa catena di metallo, si degna di aprire il finestrino.
“Io parto alle 17.30, non sa leggere?“, esclama, rivolgendosi a noi analfabeti che abbiamo osato porre una domanda nel piazzale antistante alla Stazione coperto di cemento armato e null’altro. Impreco. Ci si sposta dentro la ferrovia per chiedere delucidazioni. Il computer non funziona. La ragazza dietro allo sportello tergiversa. “Non saprei“, dice.
Alla fine un signore, un altro passeggero, corre a chiamarci. “E’ arrivato il pullman, venite“. L’altro autista, appena arrivato in ritardo, comincia ad urlare addosso a tutti noi che eravamo andati a chiedere informazioni all’interno. Impreco.
Ecco, qui proprio qui, dove non esistono trasporti locali degni di essere chiamati tali, dove la ferrovia locale è ancora una corriera a due vagoni – quando c’è e funziona – qui dove ancora c’è un’aria respirabile e montagne ancora buie, ecco proprio qui vogliono iniziare i lavori dell‘alta velocità Salerno -Reggio Calabria.
Una ferrovia che non collegherà i piccoli paesi né servirà agli abitanti locali, ai suoi studenti o pensionati.
Un tempo c’era la ferrovia dei contadini da Sicignano a Lagonegro, costruita a inizio Novecento proprio per collegare i paesi e permettere ai contadini di spostarsi.
100 anni dopo qui c’è la gomma. E una politica mediocre che scambia diritti con prebende, incapace di guardare al futuro e neanche di ricordare il passato”.