Ancora una protesta nella struttura detentiva di Salerno.
“Ennesima giornata di tensione presso la Casa circondariale di Salerno. Alcuni detenuti si sono barricati in cella con la pretesa di essere inseriti nella graduatoria per lavorare. Dopo che il Comandante pro tempore ha spiegato loro che c’è una graduatoria da rispettare, i ristretti si sono barricati in Sezione cominciando a minacciare e a lanciare oggetti. La situazione è stata gestita in maniera brillante dalla Polizia Penitenziaria, dalla Direzione e dal Comandante senza la necessità di ricorrere a scudi e manganelli. La situazione a Salerno risulta veramente allarmante”, spiega Tiziana Guacci, segretario regionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime solidarietà ai poliziotti di Salerno ed è impietoso nella sua denuncia: “La Casa circondariale di Salerno ospita 509 detenuti, dei quali il 50% sono detenuti definitivi che dovrebbero e devono essere mandati a scontare la pena in altre strutture detentive. Mancano unità di Polizia Penitenziaria al Reparto, sotto organico e composto da personale particolarmente anziano. Da questo dato si evince che la programmazione del servizio è basata sui livelli minimi e l’accorpamento dei posti di servizio è oramai divenuto una regola ordinaria. Il carcere di Salerno, anche per la presenza di detenuti ad alta sicurezza, e per la grave carenza di organico merita la giusta attenzione da parte dei vertici dell’Amministrazione penitenziaria. Servono Agenti giovani di età che possano raccogliere l’esperienza dei più anziani che continuano a stare in prima linea fino a pochi mesi prima di andare in pensione. La situazione nelle nostre carceri resta allarmante con i nostri poliziotti che continuano ad essere aggrediti senza alcun motivo o ragione. È necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziarie”.