La Squadra Mobile di Potenza, su disposizione della Procura della Repubblica, ha eseguito un’ordinanza con la quale il GIP del Tribunale di Potenza ha applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Francesco Papappicco e Thompson Oyaire, il primo ritenuto gravemente indiziato del reato di morte come conseguenza di altro delitto ed entrambi, in concorso tra loro, per spaccio di sostanze stupefacenti.
L’ordinanza cautelare è il risultato di una complessa attività d’indagine svolta dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile che ha preso avvio dalla morte di Vito Vaccaro avvenuta a Potenza lo scorso 18 luglio per arresto cardiocircolatorio da assunzione di stupefacenti tramite puntura in vena. Le prime attività di investigazione hanno fatto emergere i contatti intrattenuti dalla vittima, prima della sua morte, con Papappicco.
Ferma restando la presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva di condanna, le investigazioni e la visione delle telecamere cittadine oltre all’analisi dei tabulati telefonici hanno permesso di collocare Papappicco in prossimità dell’abitazione della vittima poco prima del suo decesso. Grazie all’esame dei dati contenuti nello smartphone di Vaccaro gli investigatori hanno accertato che tra i due, dopo un accordo preventivo, vi era stato un incontro teso alla verosimile cessione di eroina da parte di Papappicco.
Gli approfondimenti investigativi hanno evidenziato, inoltre, che quest’ultimo per rifornirsi dell’eroina da cedere alla vittima si era rivolto al nigeriano Oyaire che è stato identificato in occasione del suo arresto avvenuto nel centro storico di Potenza. Una perquisizione personale ha consentito di trovare 20 involucri contenenti eroina pronti per essere immessi sulla piazza di spaccio cittadina e di appurare che Oyaire era l’utilizzatore dell’utenza telefonica contattata da Papappicco dopo che quest’ultimo aveva ricevuta la richiesta di stupefacente da Vaccaro.
Quanto alle cause della morte di Vaccaro la consulenza tecnica disposta dalla Procura sulla salma del giovane e in particolare l’analisi dei campioni biologici hanno evidenziato la presenza di morfina ad azione narcotica, principale metabolita dell’eroina, di codeina presente nell’eroina da strada: dati compatibili con overdose da oppiacei. Analogo riscontro si è rilevato anche dagli accertamenti tecnici effettuati sul contenuto della siringa trovata vicino al corpo senza vita. Questa conteneva del liquido di colore scuro nel quale si è riscontrata la presenza di codeina e morfina. Inoltre, nel campione analizzato è stata riscontrata la presenza della caffeina, sostanza non stupefacente utilizzata per il taglio adulterante nei campioni di eroina.