Oggi i militari dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Palinuro, diretti dal Comandante Amalia Mugavero, hanno sequestrato una rete da posta fissa di circa 500 metri.
L’attrezzo, impiegato in modo illecito e tra l’altro sprovvisto dei segnalamenti imposti dalla normativa vigente, è stato trovato all’interno della zona B dell’Area Marina Protetta Costa degli Infreschi e della Masseta a circa 50 metri dalla costa, zona in cui vige una riserva generale proprio perché individuata come area di particolare pregio per la preziosa biodiversità che la popola.
Avviate le indagini per risalire all’identità del proprietario dell’attrezzo da pesca che ora rischia una sanzione di 1000 euro.
Il tipo di rete utilizzata, infatti, oltre a mettere in pericolo gli esemplari che accidentalmente vi rimangono intrappolati pregiudica gravemente l’ambiente marino e la sicurezza della navigazione.
L’operazione rientra nell’attività di sorveglianza ambientale affidata ai militari della Capitaneria di Porto in virtù della propria dipendenza funzionale dal Ministero dell’Ambiente e per il decreto istitutivo dell’Area Marina Protetta.
Infine, altre due reti da pesca illegali, per la lunghezza complessiva di 500 metri, sono state trovate dalla Guardia Costiera di Agropoli, diretta dal Tenente di Vascello Alessio Manca, nelle acque di Agnone, nel comune di Montecorice, e all’interno della baia di Ogliastro, nel comune di Castellabate (Zona C dell’omonima area marina protetta). I militari intervenuti hanno constatato che questi strumenti da pesca, oltre a non essere consentiti come tipologia, costituivano un potenziale pericolo e un sicuro intralcio per la navigazione e per le altre attività marittime, in quanto non correttamente segnalati e sprovvisti della prevista marcatura.