Ingegnere aerospaziale. Tre importanti missioni tra le stelle. L’astronauta per antonomasia. Stiamo parlando di Paolo Nespoli, che ha incontrato la stampa nell’Aula consiliare del Comune di Sapri per presentare “Lo Spazio non ha limiti”, meeting voluto dal Distretto Sapri-Golfo di Policastro del Rotary Club e che vedrà il suo culmine domani mattina, quando nell’Auditorium “Giuseppe Cesarino” a partire dalle 10 parlerà gli studenti delle scuole superiori. Ad accompagnarlo nella città della Spigolatrice l’ex direttore dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Internazionale, Claudio Sollazzo. Nell’aula consiliare del Comune hanno introdotto il sindaco, Antonio Gentile, ed il presidente del Distretto Sapri-Golfo di Policastro del Rotary, Gennaro Ferrara.
Ondanews ha incontrato l’astronauta milanese a margine della conferenza stampa.
- Nespoli, lei ha sottolineato l’importanza del sogno anche nella sua avventura da astronauta. Ci spieghi meglio cosa intende dire.
“Il sogno è alla base di quello che si vuol fare da grandi: capire gli hobby e trasformarli in un lavoro. Fare un lavoro che è un hobby è una cosa piacevole. Però bisogna svegliarsi e darsi da fare perché i sogni, anche quelli più strani, si possono realizzare”.
- Cosa le manca delle sue esperienze nello Spazio?
“Se io dovessi pensare solo allo Spazio allora direi che mi manca la visione che da lassù ho della Terra; il fatto di sentirmi quasi come un uccello senza peso, né massa, né corpo. Una sensazione bella. Penso, però, che ho avuto l’opportunità di fare ciò che volevo e di andare nello Spazio con 3 missioni, la prima sullo Space Shuttle e le altre due sulla Soyuz: ben 313 giorni nello Spazio. Sono grato di essere riuscito a coronare questo sogno”.
- La sua esperienza nello Spazio è la dimostrazione di come nella vita e nel lavoro non bisogna mai porsi alcun limite. Cosa dirà, a tal proposito, agli studenti domani in auditorium?
“Parlerò sicuramente di cosa vuol dire andare da astronauta nella stazione spaziale internazionale, ma parlerò anche dell’universo, di ciò che ci sta attorno, degli altri mondi, delle stelle. Sostanzialmente quello che cerco di fare nelle mie presentazioni è di dire agli studenti che è vero che sappiamo tanto, ma se guardiamo meglio l’universo ci accorgiamo che noi sulla Terra siamo come un granello di sabbia tra tutti i granelli di sabbia delle spiagge del mondo. C’è così tanto da scoprire, da ricercare attorno a noi che non ci basterà la vita di tutti per compiere quest’impresa”.
- Lei ha detto oggi che fallire non è un’opzione. In che senso?
“Il fallimento ci coglie di sorpresa. Ogni tanto lo Spazio è un animale strano che si gira e fa cose imprevedibili. Allora bisogna farsi trovar pronti a prendere la situazione in mano e cercare di trovare una soluzione. Alla fine i fallimenti servono anche ad imparare cosa non fare. Se noi facessimo tutto bene e correttamente, non impareremmo a fare le cose”.
- Quali, tra le sue missioni, le è rimasta nel cuore o l’ha segnata profondamente?
“Tutte e tre. La prima, nello Shuttle, è stata incredibile: un’opportunità unica oltre che molto bella. Ma anche volare sulla navicella spaziale Soyuz, volare sulla stazione spaziale internazionale per mesi nello Spazio in assenza di gravità ti trasforma da essere umano in extraterrestre. Per cui, quando mi chiedono ‘Nespoli, lei ci crede negli extraterrestri?’ rispondo ‘Certo, anch’io lo sono stato'”.
- Lei nel 2021 ha annunciato di essere affetto da un linfoma cerebrale. Come ha affrontato una situazione di emergenza, diversa sicuramente da quelle vissute nello Spazio?
“Ho sempre sentito nella mia vita persone che mi dicevano ‘Sei in perfette condizioni fisiche, vai in pensione che non ti succede niente’. Due mesi dopo essere andato in pensione, mi sono spappolato un piede e sono dovuto ricorrere ai punti di sutura, in un incidente stupidissimo; non era mai successo in vita mia. Poi, qualche mese dopo, inizio ad avere le traveggole, e scopro questo linfoma cerebrale. Ho gestito la situazione come la gestiscono tutti, con l’aiuto dei medici, i quali mi hanno prescritto una cura, e sembra che stia andando tutto bene. Il linfoma adesso è regredito. Si è trattato di un processo complesso; ti trovi ad una certa età sentendoti Superman e ti rendi conti che invece sei normale e può capitarti una cosa del genere e non c’è una ragione. Non sono andato a vedere se quanto ho realizzato nello Spazio avesse rappresentato una causa scatenante di questo linfoma. Ci sono cose che mi danno fastidio ancora, ma sono relativamente piccole. Sono vivo e vado avanti”.