Il Nursind Salerno vuole contestualizzare la richiesta di dimissioni avanzata nei giorni scorsi nei confronti del Direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria di Salerno “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”, Vincenzo D’Amato.
“La questione non può essere liquidata con uno scarno comunicato che tutto affronta, tranne la vera tematica che vive il Pronto soccorso del Ruggi, evitando accuratamente di entrare nel vivo delle problematiche più volte attenzionate dalla scrivente e sempre rimaste inevase, o meglio ignorate, dalla Direzione generale stessa – ha spiegato Biagio Tomasco, segretario generale del Nursind Salerno -. Ancora una volta, il Direttore generale pone l’attenzione sul numero del personale afferente al Pronto soccorso che, a suo dire, risulta essere coerente con quanto previsto dalla normativa regionale, ovvero la delibera 593 della Regione Campania che detta appunto il numero di operatori da assegnare ad ogni asset assistenziale. Dimentica però il direttore generale, e si spera che la sua sia solo una dimenticanza, alcuni fattori di notevole importanza“.
Questi i fattori elencati dal Nursind:
- Tutta la normativa regionale in tema di personale fa riferimento alle delibere di giunta 67/2016 e 593/2020. Dette deliberazioni risultano però obsolete alla luce dell’Accordo del 21.12.2022 siglato nella Conferenza Permanente tra lo Stato e le Regioni (Rep. Atti n. 267/CSR del 21.12.2022) che sovverte, anzi elimina, completamente quanto riportato nelle delibere regionali, dando ragione a chi per anni ha sempre denunciato la mancanza di personale nei Pronto soccorso in particolare, e più in generale nella filiera assistenziale, cosa peraltro già evidenziata non più di 24 ore fa, dal Presidente della Regione Campania. Quindi delle due l’una: o ha ragione il Presidente o ha ragione il Direttore generale del “Ruggi”. In ambedue i casi chi ne soffre, oltre ai lavoratori, sono i pazienti. Tenetelo bene a mente
- Inoltre, ci si dimentica di citare quelli che sono gli accessi giornalieri in Pronto Soccorso, 200 circa per il solo Ruggi, che parametrandoli per il tempo limite di permanenza in Pronto Soccorso, determinato dalle linee guida ministeriali e dall’Accordo Stato – Regioni del 1/08/2019, che andava recepito entro il 1° febbraio 2020 (mai recepito), pari a otto ore, fa lievitare in maniera esponenziale il carico di lavoro dei dipendenti dei Pronto Soccorso del “Ruggi” dimostrando, ancora una volta se ce ne fosse bisogno, che qualcuno non conosce la realtà lavorativa che insiste nei Pronto Soccorso dell’intera Azienda
- In merito al citato Accordo Stato – Regioni del 1/08/2019, che andava recepito entro il 1/02/2020 (mai recepito), ci può dire il Direttore generale cosa sia stato fatto in ordine all’ampio turnover con perdita di personale con esperienza ultradecennale nei Pronto Soccorso? Cosa è stato fatto per il sovraffollamento su cui dovrebbero essere ricalcolati gli standard di personale? Cosa è stato fatto per eliminare gli spazi angusti dove è pure difficile garantire la privacy e l’effettuazione di manovre salvavita? Cosa è stato fatto per eliminare le lunghe attese delle ambulanze del 118 che vengono “sequestrate” in attesa che si riesca a reperire una barella o una sedia su cui allocare, seppur temporaneamente, i pazienti che sopraggiungono in continuazione in Pronto soccorso? Niente. Nel frattempo sottraiamo al territorio le ambulane che altri cittadini chiamano per le loro esigenze e che inevitabilmente giungono ben oltre i 20 minuti in ambito extraurbano e ben oltre i 9 minuti in ambito urbano, esponendo gli equipaggi a ritorsioni, anche fisiche, da parte dei cittadini. Non è stato fatto assolutamente niente e nel frattempo la popolazione continua a rimanere nei locali del Pronto Soccorso nella disperata attesa di un posto letto
- Eppure, lo strumento con cui affrontare tutte le argomentazioni sopra descritte è tranquillamente in Vostro possesso, ossia il Comitato Paritetico per l’Innovazione, solo che non è mai stato attivato se non in occasione della maldestra operazione effettuata con l’Asl Salerno, poi mai proseguita per fortuna, e solo perché’ all’epoca la scrivente denunciò pubblicamente l’errato utilizzo dello strumento. Ecco perché, Egregio Direttore, si è stati costretti a richiedere le sue dimissioni, non per antipatia, valutazione personale o prese di posizione, né per racimolare qualche delega sindacale in più come ha solertemente evidenziato qualche cane sciolto su anonimi organi di informazione con l’intento di screditare l’opera di denuncia che da mesi, anzi anni, la nostra sigla sindacale porta avanti con impegno verso la popolazione, sigla sindacale che, lo ricordiamo a chi senza contraddittorio pontifica ogni venerdì pomeriggio, rappresenta il primo sindacato infermieristico a livello nazionale e che di certo non può essere sbeffeggiata da nessuno.
“Riteniamo che l’opera di controllo ed organizzazione sui Pronto soccorso dell’Azienda Ruggi, nessuno escluso, sia venuta meno in maniera clamorosa e pericolosa per le attività che insistono giornalmente in quei posti, lasciando una solo ed incontrovertibile certezza, ovvero il fallimento gestionale a cui stiamo assistendo, non ultimo rappresentato dalle dimissioni del dottore Severino Iesu, il cui unico e coerente finale sono, appunto, le dimissioni” conclude Tomasco.