E’ stata restituita ieri sera con una cerimonia ufficiale alla comunità di Sala Consilina la pala raffigurante la Madonna del Rosario, trafugata nel 1982 dalla chiesa di Santo Stefano e ritrovata in Piemonte dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Torino.
I saluti iniziali sono stati affidati al primo cittadino Francesco Cavallone che ha sottolineato come questo sia stato un momento importante per tutto il paese e ha fatto un plauso ai Carabinieri per il grande lavoro che hanno svolto.
“La vicenda del recupero di questa opera si aggiunge a consegne che negli anni abbiamo vissuto e questo è un segno di fiducia e speranza verso le Forze dell’Ordine che vegliano in maniera assidua verso tutto ciò che può essere riportato alla soglia della legalità e giustizia – chiosa il Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, Monsignor Antonio De Luca – Chi l’avrebbe detto che dopo 40 anni la tela sarebbe ritornata a casa. Questo significa che si è lavorato e che il male non può mai avere l’ultima parola. C’è sempre la possibilità di un recupero e di una riscossa. Questi sono i segnali soprattutto per chi crede che nella vita bastano le furbate, nella vita ciò che viene premiato sono l’impegno e il sacrificio. Non perdiamo la fiducia e la speranza anche se ci vuole tempo, il bene si imporrà su tutto”.
Alla cerimonia è intervenuto anche Giuseppe Di Vietri della Società Italiana Protezione Beni Culturali della delegazione di Salerno: “E’ un momento speciale quello della riconsegna perché è la ricomposizione di un trauma. La Chiesa ha accumulato un’enorme quantità di opere d’arte. Incuria, ignoranza, asportazioni ed interventi di restauro maldestri hanno portato ad un depauperamento. Soltanto adesso è aumentata la sensibilità intorno all’importanza del patrimonio culturale. In Italia i furti di opere hanno avuto insorgenza dagli anni ’50, poi anche il terremoto ha reso le nostre chiese chiuse e incustodite ed oggetto di razzie. Queste espoliazioni fanno male alle comunità e le indeboliscono perché si perde un fattore capace di costruire identità e si depaupera l’offerta culturale”.
L’ampia e dettagliata relazione sull’importanza della pala è stata affidata al Direttore dei Musei della Diocesi di Teggiano-Policastro Marco Ambrogi che con l’aiuto di alcune slide ha fornito alla platea informazioni sulla storia, sulla composizione dell’opera e sull’iter che ha portato al ritrovamento.
Come spiegato dal Direttore, si tratta di un olio su tavola che si può cronologizzare nella storia dell’arte dal Medioevo alla fine del 500. E’ una pala straordinaria per i dettagli presenti e la qualità pittorica. Un primo tentativo di furto si registra nel 1978 ma è solo durante il terremoto con la chiesa chiusa che ignoti sono riusciti a portare via la pala favoriti anche dall’abbandono e dalla non sorveglianza. La pala mostra diverse dimensioni e complessità rispetto all’originale perché la Madonna del Rosario nell’iconografia classica è costituita da un’immagine centrale con la Vergine e dai Misteri disposti intorno al soggetto centrale che essendo piccoli ed intagliabili sono molto più facilmente collocabili sul mercato. I Misteri oggi sono perduti ma originariamente a sinistra c’erano quelli gaudiosi ed a destra i gloriosi. La prima testimonianza della presenza della pala risale al 1584 e seguono altri riferimenti nel 1683 e nel 1811. L’artista è anonimo ma potrebbe essere attribuita in base al confronto con altre opere a Gianvincenzo Consulmagno o a Geronimo Forte.
L’importanza dell’opera e la necessità di un restauro sono state rimarcate dal parroco della chiesa di Santo Stefano, don Domenico Santangelo. E’ intervenuto anche il Capitano Massimiliano Croce, Comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli che ha evidenziato che “l’Italia ha un sistema come quello del Patrimonio culturale molto avanti rispetto ad altri Stati perché parte nel 1969, un anno prima rispetto alla raccomandazione dell’Unesco del 1970 che invitava a dotarsi di un organo di polizia capace di far fronte al trafugamento dei beni storico-artistici. Oggi abbiamo un sistema anche di protezione civile che ci permette di far fronte a situazioni emergenziali in modo incisivo. Ci confrontiamo molto spesso con il depauperamento e la dispersione di beni ecclesiastici all’indomani del sisma. Il nostro Paese è stato colpito anche da trafugamenti internazionali dalla Magna Grecia e questi beni hanno travalicato i confini attraverso associazioni criminali dedite a questo particolare sistema organizzativo dove ci sono alti guadagni. L’azione dei Carabinieri è molto impegnata anche all’estero per far rientrare le opere. La parte più importante delle indagini è stata fatta dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino, Genova e Napoli. Il nostro punto di forza è la banca dati dei beni illecitamente sottratti. Siamo contenti di restituirvela perché questo è il momento che ci appaga di tutti gli sforzi”.
Presenti, tra gli altri, il Tenente Martino Galgano e il Colonnello Filippo Melchiorre del Comando Provinciale di Salerno che ha ribadito come “l’opera della Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri è fondamentale perché consente attraverso una meticolosa ricerca il recupero di opere. E’ un lavoro posto in essere da tanti Carabinieri, attraverso una banca dati unica al mondo che consente di ricercare opere”.