Criticità sull’organizzazione e la gestione dell’ospedale di Roccadaspide, il Nursind Salerno lancia l’ennesimo allarme. Giovanni Aspromonte, coordinatore del sindacato per l’Asl Salerno, non usa mezzi termini nella lettera inviata ai sindaci del Distretto 69 dell’Asl, al consigliere regionale Michele Cammarano, presidente della III Commissione speciale aree interne, al Direttore sanitario dell’ospedale di Roccadaspide e al Direttore generale dell’Asl.
“Solo cinque anni fa nel 2018 il presidio ospedaliero di Roccadaspide, dopo tante battaglie, dei cittadini, delle istituzioni, dei lavoratori veniva dichiarato salvo dopo il paventato rischio di chiusura e declassamento della struttura della Valle del Calore. Venne consolidato e funzionalmente aggregato ai presidi di Eboli e Battipaglia, per costituire insieme il nuovo Dea di I livello della provincia di Salerno. In questo modo il presidio ospedaliero di Roccadaspide venne definitivamente inserito nella rete dell’emergenza-urgenza con Pronto Soccorso ordinario e non più in deroga, con la previsione di 50 posti letto e il mantenimento di tutti i servizi sanitari che attualmente eroga come Medicina generale, Chirurgia, Ortopedia e Lungodegenza-riabilitazione funzionale e con la previsione della Riabilitazione cardiologica che avrebbe dovuto rappresentare un elemento fondamentale ed importante della nuova configurazione del presidio. Ora siamo di fronte invece a un vero e proprio bollettino di guerra che vede cadere sul campo di battaglia ogni giorno un servizio, un reparto e il personale tutto” afferma Aspromonte.
Dopo la chiusura del reparto di Cardiologia dell’ospedale di Battipaglia, per Aspromonte è stato un susseguirsi di chiusure e accorpamenti come per i reparti di Chirurgia e Urologia del presidio di Eboli, il rischio di chiusura dell’Unità di Ortopedia del nosocomio della città della Piana del Sele, dopo la definitiva chiusura dell’Ortopedia di Roccadaspide che vede ora un solo ortopedico in forza in servizio ambulatoriale. “È di questi giorni la notizia che per motivi personali l’unico medico dell’Unità di Lungodegenza sarà assente per un periodo lungo e di fatto il reparto rischia di chiudere definitivamente. È chiaro a tutti che ci stanno facendo spegnere lentamente, lo si sta facendo non garantendo il personale necessario al funzionamento di strutture e servizi. Il mancato adeguamento degli organici al fabbisogno assistenziale sta portando a non poter garantire i livelli di assistenza. Risulta evidente che in questa situazione così incerta e fumosa a pagarne le conseguenze sono sempre i territori e le fasce di cittadini più deboli, quelli cioè che in uno stato di diritto dovrebbero ricevere maggiore attenzione dalle istituzioni, ma che purtroppo molte volte come in questo caso vengono ignorati. I cittadini della Valle del Calore non possono subire simili trattamenti, meritando al contrario rispetto e chiarezza, da parte dei vertici dell’Asl soprattutto riguardo alle problematiche che afferiscono i diritti fondamentali dei cittadini come quello della tutela della salute. La sensazione è quella che man mano si sta abbandonando l’ospedale e tutto il Dea a un destino già scritto – spiega Aspromonte -. Nonostante i mille sforzi dei lavoratori costretti a lavorare sotto organico e ai salti di riposo, a ordini di servizio, con il continuo ricorso a una mole di ore di straordinario per mantenere a stento i livelli minimi di assistenza. Rinnoviamo quindi per l’ennesima volta il nostro appello alle istituzioni e ai vertici aziendali affinché si possa ridare dignità ad un territorio troppo spesso dimenticato”.
Anche la Fials Salerno lancia un appello ai vertici dell’Asl sul futuro del presidio di Roccadaspide. “Segnaliamo il rischio reale dell’interruzione delle normali attività di diagnosi e cura da parte dell’Unità di Lungodegenza – dicono il segretario generale della Fials Salerno, Carlo Lopopolo e Bice Viola, segretaria aziendale del presidio di Roccadaspide -. A tal proposito occorre segnalare la totale carenza del personale medico, segnata dall’assenza per lungo periodo dell’unico medico presente in Lungodegenza. Tale criticità probabilmente comporterebbe, di conseguenza, la chiusura definitiva del reparto. Rileviamo ormai che da qualche anno si sta procedendo ad un progressivo e graduale depauperamento del nosocomio rocchese. Una situazione ormai divenuta insostenibile, vista l’importanza dell’ospedale, fondamentale per garantire il diritto alla salute all’intera collettività dell’entroterra cilentano, con le sue 25 città e un bacino di utenza di circa 57mila abitanti, ricoprendo un vasto territorio altamente disagiato con notevoli difficoltà in termini di accessibilità e fruibilità dei servizi sociosanitari. Pertanto, a garanzia dell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza, qualora non venissero attuate tutte le azioni correttive necessarie, potrebbe non essere più garantito il diritto fondamentale alla salute, andando contro quella che è la dignità del singolo individuo. Come sindacato riteniamo fondamentale constatare queste criticità che espongono questo ospedale a una reale contrazione dei posti letto e dell’offerta sanitaria per l’utenza. Ecco perché chiediamo l’attuazione immediata di tutte quelle misure necessarie e urgenti con azioni volte alla risoluzione definitiva di questa problematica, con delle soluzioni che possano dare una boccata di ossigeno fondamentale per la sopravvivenza dell’intero ospedale che, attualmente, grazie all’impegno profuso e alla continua e completa abnegazione di tutto il personale ha garantito il fondamentale diritto alla salute dei cittadini”.