Dopo due decenni di guerra, il 15 agosto 2021 i talebani hanno ripreso il controllo dell’Afghanistan. La conquista è avvenuta dopo che le forze internazionali hanno annunciato il loro ritiro, proprio venti anni dopo che le forze statunitensi hanno rimosso i militanti dal potere nel 2001. Il conflitto in questi anni ha causato diverse migliaia di morti, basti pensare che secondo alcune stime dal 2001 sono morti più di 3.500 soldati statunitensi e circa 20.000 sono rimasti feriti.
La crisi del 2021 e la salita al potere dei talebani ha costretto alla fuga milioni di persone, tra queste anche Mohammad (nome di fantasia) che vive ora come rifugiato politico nel Vallo di Diano (per motivi di privacy non menzioneremo il paese). Questo perché dopo la presa al potere, i talebani hanno cercato sempre di più di consolidare la loro ideologia estremista: i diritti umani sono pressoché inesistenti, soprattutto nei confronti delle donne.
In questa intervista che Mohammad ci ha gentilmente concesso, ripercorreremo la sua storia e i motivi che lo hanno spinto a lasciare il suo Paese d’origine, primo fra tutti la libertà, per lui e per la sua famiglia.
Per motivi di sicurezza non mostreremo il volto di Mohammad, ma lasceremo che sia la sua storia ad essere un esempio, una lezione da cui imparare a tendere la mano al prossimo e, soprattutto, a non sottovalutare la nostra libertà, per quanto essa possa sembrarci scontata.