Stanchezza inspiegabile, difficoltà di concentrazione, facilità ad ammalarsi di qualunque infezione. Possono essere i campanelli d’allarme di un’anemia da carenza di ferro, una condizione molto più diffusa di quanto si pensi.
La carenza di ferro, responsabile dell’anemia sideropenica, può essere prodotta sia da un diminuito apporto dell’elemento per carenze dietetiche, sia da una sua forte perdita provocata da un assorbimento insufficiente. Il deficit di ferro può comparire anche per perdite dovute a emorragie interne, cicli mestruali molto abbondanti, o casi simili. Rappresenta la più comune carenza nutrizionale al mondo e interessa una generosa fetta di umanità, stimata intorno al miliardo e 620 milioni di persone. Il ferro è un componente essenziale per la produzione di globuli rossi e la sua carenza è la causa di una forma di anemia su due. La sua carenza inoltre si associa e può peggiorare condizioni quali scompenso cardiaco, malattie infiammatorie croniche intestinali, insufficienza renale.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) indica in un miliardo e 600 milioni gli abitanti del pianeta che rischiano per le conseguenze di questa carenza. Per l’Italia i dati sono parziali e, purtroppo, pre-crisi economica. La gestione di queste situazioni ha come obiettivo l’apporto di adeguati quantitativi di ferro per normalizzare e mantenere i corretti livelli di emoglobina, base dei globuli rossi.
Sul fronte della terapia al momento sono disponibili i farmaci classici, rappresentati da formulazioni iniettabili per via endovenosa, che richiedono però numerose somministrazioni, oppure i farmaci per via orale che consentono un assorbimento di appena il 10-20% del ferro somministrato e che sono in genere poco graditi al paziente perché danno spesso a intolleranza gastrica.
Di recente, però, è disponibile un nuovo integratore contenente ferro bisglicinato, una formulazione innovativa in quanto il ferro non forma un sale ma viene chelato da due molecole di glicina, che possiede delle caratteristiche uniche: non interagisce con altri nutrienti, ha un’alta biodisponibilità, cioè è facilmente assorbibile, è sicuro rispetto ai comuni sali di ferro, vanta un’elevata digeribilità gastrica ed è privo di gusto.
Ad esso sono associati 400 mg di acido folico, una provitamina in grado di stimolare la sintesi degli acidi nucleici. L’associazione ferro-acido folico è particolarmente efficace nella prevenzione di forme di anemia da carenza di ferro proprio perché, stimolando la moltiplicazione cellulare, assicura una concentrazione ottimale di eritrociti nel sangue.
Anche la forma farmaceutica è interessante ed innovativa trattandosi di compresse orosolubili, che possono cioè essere assunte normalmente con un abbondante sorso d’acqua, ma anche sciolte in bocca come una caramella, se si hanno difficoltà alla deglutizione.