La labirintite è un’infiammazione in forma acuta o cronica a livello dei canali semicircolari dell’orecchio interno, il cosiddetto labirinto.
Tra le conseguenze si evidenziano sintomi quali riduzione dell’udito, acufeni e vertigini, fino a manifesti disturbi dell’equilibrio e problemi della postura.
Per accertarsi che si tratti effettivamente di un caso di labirintite è opportuno rivolgersi a un otorinolaringoiatra ed eseguire una TAC o una Risonanza Magnetica dell’orecchio interno, piuttosto che esami diagnostici specifici quali un esame audiometrico. Le cause scatenanti vanno dalle infezioni virali, batteriche, ad esempio in corso di scarlattina, o come complicazione di un’otite media purulenta ma si possono correlare anche a traumi cranici, a reazioni allergiche a alimenti, pollini o farmaci, o anche a condizioni di stress psico-fisico.
Nella maggior parte dei casi i disturbi si manifestano in modo transitorio e per brevi periodi richiedendo talvolta trattamenti sintomatici per pochi giorni con farmaci antiemetici, antinfiammatori, antistaminici e agenti anticolinergici. Un’altra categoria di farmaci utili nel mantenere sotto controllo le vertigini scatenate a livello SNC sono i cosiddetti nootropi che migliorano le funzionalità cognitive e che agiscono come stabilizzatori delle membrane cellulari e modulatori delle trasmissioni sinaptiche, come ad esempio il piracetam, oltre a incrementare il flusso ematico cerebrale, come la citicolina. Ovviamente, le labirintiti infettive sono da trattare con antibiotici o antivirali.
Ma anche la fitoterapia e la gemmoterapia possono fornire molti elementi terapeutici di sostegno per quanti soffrono di attacchi di labirintite. Echinacea angustifolia è ad esempio una pianta erbacea perenne da cui si ricava una tintura madre ricca in echinacoside, un glicoside dell’acido caffeico ad azione antibiotica e corticomimentica, oltre che in sostanze antinfiammatorie quali flavonoidi e polisaccaridi. Il macerato glicerico di Ribes nigrum agisce a livello corticosurrenale con effetto cortison-like e conseguente aumento del cortisolo ematico.
Per esplicare al meglio i suoi benefici va assunto nella prima fase della giornata e si può associare al macerato glicerico di Betula pubescens . Il Ginkgo biloba infine, in virtù dell’alta concentrazione in flavonoidi, carotenoidi e vitamina C contribuisce a migliorare la microcircolazione e l’ossigenazione cellullare, riducendo disturbi a carico del sistema vestibolare quali capogiri, acufeni e riduzione dell’udito, come viene anche avvalorato da studi clinici randomizzati pubblicati in letteratura.