L’annuncio della vendita dei beni del marchese Ruggi, colui al quale è intitolato l’ospedale di Salerno “San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona”, ha scatenato le reazioni di Mario Polichetti, sindacalista della Uil Fpl provinciale e ginecologo del nosocomio.
Il suo sguardo è rivolto al miglioramento dei servizi offerti dall’ospedale. “Se vendere i beni del marchese Ruggi vuol dire investire nel migliorare i servizi offerti alla comunità salernitana che viene curata negli ospedali dell’Azienda ospedaliera, allora ben venga. – afferma – Magari potremo investire in tecnologia e, perché no, comprare cose basilari come i reagenti utili per effettuare i test su vittime di violenza, in particolare su chi ha assunto la droga dello stupro”.
“Quei beni possono servire effettivamente a poco e dunque è giusto monetizzare. Se i pareri richiesti dall’Azienda e le ultime disposizioni ministeriali portano su questa strada, dunque, si faccia presto, ma il denaro deve essere utilizzato per investire in infrastrutture e personale. – prosegue – Trovo inaccettabile sapere che un ospedale all’avanguardia come quello di Salerno, almeno su certi aspetti, non abbia a disposizione dei reagenti per fare i test utili alle vittime di violenza. Sapere che non si hanno a disposizione i reagenti per sapere se uno ha assunto a sua insaputa la droga dello stupro è una vergogna italiana. Dunque, ben venga la vendita del tesoro del marchese. Ma che quei soldi servano davvero a qualcosa“.