Legambiente presenta il Dossier Comuni Ricicloni 2021, elaborato con i dati dell’Osservatorio regionale dei rifiuti. Buoni risultati per la Campania che si attesta a 314, con un incremento di 1,62% di comunI ricicloni nel 2021 rispetto al 2020. I dati evidenziano una situazione stazionaria con lievissimi miglioramenti solo in alcuni parametri. La percentuale di raccolta differenziata nel 2021 si attesta al 54,7%, con un incremento di solI 0,5 punti rispetto all’anno precedente.
Dal 2016 al 2021 i dati di produzione e raccolta differenziata della Campania risultano stabili con variazioni sostanzialmente non significative. Diminuiscono i comuni Rifiuti Free della Campania, pari nel 2021 a 101, con una riduzione del 3,8% rispetto al 2020. Cresce, di poco, il numero dei Comuni Ricicloni in Campania.
Sono 101 i Comuni Free di Legambiente dove la raccolta differenziata è di almeno il 65% e dove ogni cittadino produce, al massimo, 75 kg di secco residuo all’anno ovvero di rifiuti indifferenziati avviati allo smaltimento. La provincia più virtuosa per i Comuni Free è Salerno con il 43% dei comuni, segue Benevento con il 33% pari a 33 comuni. Sono 314 invece i Comuni Ricicloni che nel 2021 hanno superato il limite di legge del 65% di raccolta differenziata, con un incremento dell’1,2 % rispetto allo scorso anno. Morigerati si posiziona ai primi 3 posti con una percentuale di raccolta differenziata che varia tra il 99% e il 90%.
Tra i Parchi Nazionali e regionali l’aggregato degli 80 comuni del Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni conta il 71,6% di raccolta differenziata, risultando così essere l’unica area che raggiunge e supera il 65% di raccolta differenziata in cui ben 32 comuni, pari al 40%, sono Rifiuti Free, vale a dire che non solo raggiungono o superano il valore del 65% della raccolta differenziata ma anche che producono meno di 75 kg di indifferenziato pro-capite annuo.
“In una regione – commenta Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – che nel 2021 ha prodotto 2,6 milioni di tonnellate di rifiuti, in crescita del 3,66% rispetto al 2020, di cui ben 1,2 milioni di tonnellate non riciclabili, la priorità dovrebbe essere quella di puntare su politiche locali e territoriali volte non solo ad aumentare la raccolta differenziata ma anche a lavorare attivamente sulla riduzione della produzione dei rifiuti. Un obiettivo che ci chiede l’Europa da qui al 2030 e che molti Comuni Rifiuti Free stanno già attuando da tempo. Freno dello sviluppo di un’economia circolare risulta essere ancora una volta il deficit impiantistico della Campania e del Sud Italia in generale, che ci mostra quanta strada ancora abbiamo da fare per uscire dal labirinto intricato dei rifiuti che caratterizza la nostra regione ormai da troppo tempo”.
“Lo evidenziano i dati della frazione umida dei rifiuti solidi urbani e delle tantissime, troppe, tonnellate trasportate e processate fuori regione, un quantitativo che nel 2020 è arrivato al 45% del totale prodotto, il tutto causato da un numero ancora insufficiente di impianti di digestione utili non solo alla chiusura del ciclo di questa tipologia di rifiuto ma anche alla produzione di compost e di energia – conclude Imparato – La strada da percorrere è quella che da anni chiediamo con forza, lavorare per la realizzazione degli impianti utili e necessari allo sviluppo di un’economia circolare made in Campania, che possano mettere freno al traffico dei rifiuti fuori regione e che vedano un modello di partecipazione collettiva da parte della comunità locale. Un lavoro che ha bisogno di una gestione politica coraggiosa e coerente, che affianchi le amministrazioni locali e che avvii un percorso di trasparenza con i territori. Questa è l’unica strada per realizzare il prima possibile le infrastrutture necessarie e le opere strategiche allo sviluppo dell’economia circolare che si possono tradurre in misure di politica industriale, occupazionale e sociale”.