Dall’agosto del 2016 guida il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Sapri, sempre più a rischio chiusura vista la scadenza, il prossimo 31 dicembre, della deroga ed il mancato raggiungimento della quota annua di parti (400) prevista dal Decreto Balduzzi.
Medico di grande esperienza, la dottoressa Vincenza Perazzo assieme ad altri 3 suoi colleghi ed a pochi infermieri sta portando avanti il punto nascite nella struttura sanitaria pubblica a pochi passi dal mare.
Il tempo stringe ma nessuno, a differenza di quanto accadde quattro anni fa, si sta facendo vedere e sentire in piazza. A muoversi, nel Golfo di Policastro, al momento finora è stato solo il gruppo di minoranza in consiglio comunale a Sapri, SiAmo Sapri, che lo scorso 13 novembre presentò una mozione per richiedere l’inserimento nel Consiglio comunale della questione del punto nascite di Sapri, rimasta lettera morta, oltre al Direttivo del Forum dei Giovani di Vibonati, che alcune settimane fa inviò il proprio dissenso circa la chiusura del reparto maternità dell’Ospedale “Dell’Immacolata” di Sapri e, successivamente, mandò un’ulteriore sollecitazione dal Presidente della Regione Campania De Luca ma senza alcun riscontro.
- Dottoressa Perazzo, c’è davvero il rischio che il Punto Nascita dell’ospedale di Sapri chiuda per sempre?
La situazione è estremamente difficile, ma la nostra speranza è quella di restare ancora in deroga, visto che il nostro territorio presenta delle problematiche per quanto riguarda lo spostamento delle pazienti per raggiungere un altro Punto Nascita, quello di Vallo della Lucania il quale a sua volta è in deroga assieme al Curto di Polla. Del resto, tutti e tre sono sulla stessa barca.
- Parliamo di cifre. Quanti parti a Sapri dall’inizio del 2022? C’è stato un incremento o una diminuzione rispetto agli altri anni?
A Sapri finora abbiamo superato i 200 parti, anche se non le so fornire un numero preciso. Nel 2021 chiudemmo con quasi 300 parti.
- Cosa farete per scongiurare l’eventuale chiusura?
Questa è una domanda da fare alla politica ed alla Regione in primis. Il bacino di utenza è piccolo. Grandi numeri non se ne possono fare. Bisogna tener conto di tanti altri fattori, ad esempio i giovani che, trovando lavoro altrove, mettono famiglia fuori dal Golfo. Il nostro territorio non offre lavoro alle giovani coppie. Finora non è stato fatto alcunché e non so se ci sia un reale interesse da parte della politica nel voler mantenere attivo il Punto Nascita di Sapri. Noi continueremo a lavorare finché potremo, ma operiamo in una situazione di estrema difficoltà: siamo in tutto 4 medici e facciamo i turni h 24; siamo decisamente sotto organico, anche come infermieri. E mantenere un Punto Nascita richiede anche uno sforzo di organico. In tutto l’ospedale dell’Immacolata mancano medici ed infermieri. La Regione ed il Governo debbono decidere subito cosa vogliono fare, anche perché i trasporti verso l’ospedale di Vallo, il cui Punto Nascita potrebbe essere mantenuto in quanto Dea di I livello, comportano anche un rischio ostetrico per le pazienti.
- Cosa accadrà dal 1° gennaio 2023?
Resteremo aperti. Il punto è capire per quanto, poiché anche la chiusura di un Punto Nascita richiede dei tempi. Mettiamo avanti quello che è possibile per noi fare, forse pure l’impossibile, però se non arrivano a soluzione i nodi che ci sono, non penso che l’ospedale possa avere lunga vita. Se quest’ultimo è stato considerato 4 anni fa un’isola non è che ora l’isola sia attaccata alla terraferma. E sarebbe un vero peccato perdere un reparto che per tanti anni ha rappresentato un’eccellenza ed un punto di riferimento per le famiglie del Golfo di Policastro e del Basso Cilento.