La vicenda di Rosario D’Onofrio, Procuratore Capo dell’Aia (Associazione Italiana Arbitri), arrestato per la seconda volta per traffico internazionale di droga, ha messo sotto l’occhio del ciclone il mondo dei fischietti e in particolare il numero uno dell’Aia Alfredo Trentalange.
Comincia ad avere i primi effetti con i provvedimenti che stanno per essere adottati: il Presidente della Federcalcio Gabriele Gravina ha fatto passare sotto l’egida della Figc la Procura e le corti giudicanti e, dopo aver scartato al momento l’ipotesi di decapitare il vertice delle giacchette nere in attesa degli sviluppi delle indagini, cominciano ad emergere alcune responsabilità.
Il primo che sembra debba pagare è il Presidente della Sezione di Cinisello Balsamo, Giuseppe Esposito, 61enne originario di Sala Consilina, dove ha mosso i primi passi da arbitro prima di trasferirsi in Lombardia, dove ha proseguito la sua attività nel mondo arbitrale fino a diventare Presidente della Sezione intitolata a Eugenio Berti dal 13 giugno 2016.
Quella di Giuseppe Esposito, almeno nelle intenzioni di Trantalange, dovrebbe essere la prima testa a cadere. Per domenica è fissato l’incontro che porta al commissariamento della Sezione di Cinisello Balsamo, in quanto il Presidente Esposito, secondo l’accusa che gli viene contestata, sarebbe stato a conoscenza della posizione di Rosario D’Onofrio e non lo avrebbe comunicato agli organi superiori dell’Aia che, dal canto loro, si sono fidati di un’autocertificazione fornita dallo stesso D’Onofrio per affidargli il prestigioso e autorevole incarico di Procuratore Capo e insignirlo di una benemerenza, lo scorso mese di marzo, per meriti mentre era agli arresti domiciliari.
Insomma sorge spontanea una domanda: “Era il solo Giuseppe Esposito a conoscenza della vicenda D’Onofrio, omettendo di trasmettere gli atti agli organi superiori o ci sono altre responsabilità come il Cra (Comitato regionale arbitri) della Lombardia o lo stesso Trentalange?”. A queste domande dovranno rispondere gli ispettori federali e, come da più parti viene chiesto, sarebbe stato più opportuno per l’intero mondo arbitrale che il Presidente dell’Aia, Alfredo Trentalange, desse le dimissioni per contribuire a fare chiarezza su un caso davvero molto grave che sta mettendo in mostra il lato peggiore del movimento arbitrale.
Nelle prossime settimane conosceremo gli sviluppi e il nostro auspicio, come quelli che seguono le vicende del calcio, è che a pagare non sia solo Giuseppe Esposito.