Due giorni fa per il sindaco di Auletta Pietro Pessolano è stato disposto il non luogo a procedere perchè il fatto non sussiste in seguito all’udienza preliminare per l’omicidio colposo di Mariapia Di Stasio, la 24enne morta dopo un incidente stradale avvenuto il 4 dicembre del 2019 in località Cerreta di Auletta. Pessolano era stato indagato perchè il drammatico incidente si verificò lungo un’arteria di competenza comunale.
A difenderlo l’avvocato Claudio Parisi che in esclusiva per Ondanews approfondisce la vicenda giudiziaria che ha tenuto con il fiato sospeso il primo cittadino.
- Avvocato, si aspettava un proscioglimento già davanti al GUP o dava per scontato il rinvio a giudizio?
Non è un problema di cosa mi aspettassi, l’udienza preliminare dovrebbe fungere da filtro per stabilire se l’azione penale promossa dalla Procura poggi su una impalcatura tale da reggere nel successivo dibattimento e se, quindi, vi siano elementi perché determinati fatti incerti debbano poi essere appurati nella sede naturale, che è il dibattimento. Spesso accade che l’esito dell’udienza preliminare sia quasi automaticamente il rinvio a giudizio e ciò perché il più delle volte ogni questione sollevabile davanti al GUP implica la necessità di un accertamento nel merito, la qual cosa è preclusa all’udienza preliminare.
- Allora in questo caso quali sono stati i punti dirimenti tali da portare il GUP alla sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste?
Il punto nodale della questione atteneva non al se vi fosse responsabilità o meno in capo al Sindaco (la qual cosa sarebbe dovuta passare naturalmente per il dibattimento) ma alla imputabilità del fatto in capo ad un soggetto solo perché fosse il Sindaco di un Comune.
- Si spieghi meglio…
Stabilire se un soggetto sia imputabile di un fatto, cioè sia il legittimo destinatario dell’azione penale, è un accertamento che viene prima di quello, consequenziale, circa la responsabilità di quel medesimo fatto. Il confine, il discrimine, tra le due figure di accertamento è sottile, ma tuttavia netto. La morte di una persona per mano di un’altra persona fisica non pone dubbi su chi sia il soggetto che deve essere processato; nel caso di specie, invece, stiamo parlando della morte che si assume possa essere stata causata da fatto e colpa di una persona giuridica, di un ente pubblico, il che richiede (prima che si parli di accertamento della responsabilità) di individuare il soggetto persona fisica che, in quanto collegato a livello di vertice all’Ente, ne deve rispondere. Qui sta il dubbio da dipanare: quel soggetto persona fisica è necessariamente ed automaticamente il Sindaco, come spesso si crede, oppure no, nel senso che bisogna verificare caso per caso? Come dicevo, nella mia esperienza ormai quasi ventennale posso affermare che la pubblica accusa tende de plano ad indirizzare l’azione penale contro l’organo politico, ma questo può rivelarsi un grave errore.
- Per quale motivo?
Perché il Testo Unico che disciplina gli Enti Locali ha stabilito la cosiddetta separazione di funzioni e poteri all’interno degli enti, ragion per cui una responsabilità da fatto illecito, pur se attribuibile all’Ente stesso, non comporta l’automatica imputabilità in capo agli organi politici, la quale scatta solo se e nella misura in cui vi siano state violazioni o lacune nelle prerogative proprie dell’organo politico, che sono: le preventive funzioni di indirizzo e quelle successive di controllo. Se il potere di indirizzo e quello di controllo sono stati esercitati in maniera corretta, allora pur in presenza di un fatto illecito l’imputabilità in capo all’organo politico è esclusa in radice e l’azione penale dovrà essere diretta altrove.
- E’ su questa base che il GUP ha deciso nel senso del non luogo a procedere nei confronti del Sindaco?
Per il momento non sono state ancora depositate le motivazioni della sentenza, ma presumo di sì.
- Normalmente l’udienza preliminare si esaurisce in un unico momento, in questo caso, invece, sono state necessarie tre udienze. Come mai?
La nostra tesi difensiva ha cercato di evidenziare sin da subito che l’individuazione da parte della Procura del soggetto imputabile nella persona del Sindaco era stata insufficiente da un punto di vista investigativo, nel senso che nessuna verifica era stata fatta circa gli elementi che ho illustrato prima e cioè sull’attività di indirizzo e su quella di controllo. Abbiamo avanzato allora richiesta di una serie specifica di indagini suppletive, alcune delle quali sono state accolte dal GUP, che ne ha ordinato l’esecuzione e ciò ha comportato la necessità di ulteriori udienze.
- Quali sono invece le richieste di indagini suppletive non accolte?
Agli atti del procedimento c’è una perizia fatta eseguire dalla Procura sui luoghi in cui avvenne il sinistro. In alcuni passaggi proprio il consulente del Pubblico Ministero ha manifestato una serie di perplessità rispetto a quella che sembrerebbe essere stata la dinamica del sinistro. Ecco, proprio muovendo da quanto evidenziato dal consulente della Procura, avevamo chiesto approfondimenti che magari potevano essere in grado di disvelare scenari non presi in considerazione circa il reale svolgersi dei fatti. Ovviamente non posso aggiungere altro sul punto.
- Qual è stata la reazione del Sindaco alla lettura del dispositivo di sentenza?
E’ scoppiato in lacrime. Un pianto di liberazione. E’ un uomo forte, ma in questi anni ne ha passate tante. C’era anche una velata tristezza nel suo volto. Sono sicuro pensasse a Mariapia.
- Ovviamente, avvocato, lei è soddisfatto del suo lavoro?
Un po’ di autostima, ogni tanto, non fa male. Più che altro ritengo che la decisione assunta dal GUP di Lagonegro costituirà un importante precedente giurisprudenziale che aiuterà a fare chiarezza in un ambito giuridico che comunque non è semplice, né per noi avvocati né per gli stessi giudici.
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