Fu approvata, questa legge, il 26 ottobre 2017 con il voto favorevole del Pd, Forza Italia, Lega, Alternativa Popolare, Alleanza Liberalpopolare-Autonomie.
Contro il M5S, Mdp, Sinistra italiana e nientemeno proprio Fratelli d’Italia. Il centrodestra intuì che ne avrebbe tratto vantaggio, cosa che non capì il Pd, malgrado le proteste di Pietro Grasso, che abbandonò il partito. Aveva visto bene Grasso, ex magistrato e procuratore nazionale antimafia e il 25 settembre c’è stata la prova provata che il Rosatellum ha premiato appunto il centrodestra.
In verità una legge alquanto strana che prevede l’attribuzione del 60% dei seggi alla coalizione che prende il 43% dei voti. Ossia il 17% degli eletti in più di quanto una legge proporzionale avrebbe assegnato. Ora sia chiaro che non intendo sminuire l’affermazione del centrodestra ma rimanere sui conteggi incontriamo risultati che ridimensionano enfasi ed esagerazioni tipo “Trionfo della destra”, oppure “Conte con la Meloni unici vincitori”, o ancora “Tracollo Pd” riportati su vari giornali nazionali di questi giorni. Allora veniamo ai numeri per capire cosa è successo il 25 settembre scorso.
Gli aventi diritto al voto nella tornata elettorale erano 50.869.304. Ai seggi si è recato il 63,91 % dei citati elettori, ossia32.510.572. Sicché ben il 36.09%, cioè 18.358.731 iscritti nelle liste elettorali ha deciso di astenersi per motivi che non interessano questo conteggio.
Orbene, prendendo in esame il migliore esito “percentuale” del centrodestra, cioè quello del Senato, che è il 44,02%, vuol dire sostanzialmente che:
- il 44,02% dei 32.510.572 votanti risulta essere uguale a 14.311.158 voti, voti che sono quelli raccolti in questa tornata elettorale dal centrodestra il che consente al partito della Meloni di arrivare al 26,02%, che rappresenta appunto il totale di 8.459.250 voti.
Sull’altro versante, ovvero su quanti non hanno votato, non sono andati ai seggi e la pensano diversamente, abbiamo questo calcolo:
- 32.510.572 (i votanti) meno 14.311.158 (voti al centrodestra) porta alla differenza di 18.199.414, ossia il resto che, guarda caso, rappresenta appunto la maggioranza.
In conclusione, pur non tenendo conto del 36,09% che si è astenuto dal voto, ovvero 18.358.731 aventi il diritto non esercitato, è sbagliato dire che in democrazia è la maggioranza che vince. Infatti, da questi calcoli emerge inconfutabile che la maggioranza non è quella che ha vinto il 25 settembre 2022.
– Franco Iorio –