La passione per la cucina, il tifo sfegatato per il Napoli, l’amore che aveva per la vita, per i suoi amici e per la famiglia. A Sapri e nel Golfo di Policastro ancora nessuno riesce a capacitarsi per la tragica morte di Diego Mandola. Aveva 36 anni il giovane che ieri mattina, per cause ancora da accertare, è caduto dal quarto piano della sua abitazione nei pressi di Thonon-Les-Bains: si tratta di una località di 35mila abitanti sul lago di Ginevra nell’Alta Savoia francese. Lì Diego lavorava come cameriere in un ristorante specializzato in cucina italiana e siciliana.
Secondo le prime ricostruzioni effettuate dagli inquirenti del posto, il giovane sarebbe precipitato dal quarto piano del palazzo in cui viveva morendo sul colpo. I dubbi sull’accaduto potrebbero essere dipanati dall’autopsia prevista a breve sul corpo del giovane saprese.
Appresa la notizia nella città della Spigolatrice, dove tra l’altro stava per essere celebrata una Santa Messa al Porto dedicata proprio ai giovani che hanno lasciato troppo presto la vita terrena, sono calati il gelo e lo sconforto.
Solo qualche settimana fa Diego era tornato a Sapri per un periodo di breve vacanza e per riabbracciare i suoi genitori. Prima di trasferirsi in Francia aveva lavorato, sempre come cameriere, in altre attività ristorative e ricettive del Nord.
Il dolore ed i ricordi corrono sui social; c’è chi ricorda un’altra sua passione, quella per i balli latino-americani. “Mi mancheranno il tuo sorriso, la tua gentilezza, i tuoi sfottò se la Juve perdeva…”, ricorda commosso un altro suo amico.
Mandola rivendicava con orgoglio la professionalità del proprio lavoro. In un suo post di qualche anno fa, infatti, scriveva: “Spesso si sottovaluta il reale valore della figura professionale del cameriere che, in una sala che si rispetti, non ha solo il compito di portare ‘i piatti a tavola’ ma anche di accogliere, assistere, soddisfare e coccolare i clienti”.
Un ragazzo, insomma, con la testa sulle spalle e benvoluto da un’intera comunità, che ora aspetta solo di poterlo riabbracciare e salutare per l’ultima volta.
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