I mesi della pandemia hanno consentito a molte persone di stringere rapporti umani attraverso un monitor del computer di casa e questo è avvenuto anche per Francesco Pucciarelli, malato di SLA di Caggiano e Diana Iaconetti, attrice e autrice di Roma.
Franco, un uomo di 59 anni che dal 2014 ha scoperto di essere affetto da sclerosi laterale amiotrofica, in questi otto anni ha pubblicato due libri, “Pensieri Slacciati” e “Prigionieri di Vita”, che racchiudono alcuni dei suoi pensieri e sentimenti, molti dei quali scritti durante il peggioramento della malattia che negli ultimi mesi lo ha reso immobile in un letto. Può parlare solo attraverso un monitor collegato ai suoi occhi.
“Muovi le labbra come in un film muto ma manca il fragore della voce. Affrontare una conversazione è come voler gareggiare a piedi contro un corridore in bicicletta, arranchi e in breve sei costretto a desistere – racconta Franco attraverso la voce dell’amico Mimmo Pucciarelli – Vorresti dire tante cose, ma in particolare se ci sono tante persone, la loro voce sovrasta di gran lunga il volume del computer e per ‘spiaccicare’ due parole devi affannarti per attirare l’attenzione”.
Diana Iaconetti ha deciso di interpretare i pensieri, le sensazioni ed emozioni di Franco attraverso il recital “Se questo è un uomo…con la SLA”, titolo scelto proprio da Franco. E ieri sera il Piazzale della Terza Età “Padre Pio” a Caggiano ha ospitato Diana Iaconetti e il suo recital.
Dopo i saluti dell’assessore del Comune di Caggiano Angelamaria Isoldi, la serata ha preso il vivo emozionando e facendo sorridere i presenti. All’evento erano presenti la moglie Lucia e la figlia Deborah, il Presidente della sezione Aisla di Salerno, Pina Esposito, e tanti amici della famiglia. Anche Franco ha assistito al recital dalla sua abitazione attraverso una diretta sui social.
“Dopo 8 anni torno a dar voce ad una malattia terribile e difficile da rappresentare – dichiara l’attrice Diana Iaconetti – Un parassita invadente che costringe il corpo prescelto all’immobilità, quasi l’offerta ad un dio sadico. Sto parlando della sclerosi laterale amiotrofica, più comunemente conosciuta come SLA. Un’esperienza anche stavolta molto forte non solo sul piano professionale ma soprattutto umano ed emotivo”.