“Abbiamo pubblicato come Consorzio il bando per l’affidamento della progettazione dell’intervento ‘Regolazione dei flussi nella parte alta del Bacino del Tanagro’ che vede quale opera principale la diga a monte del Ponte del Re nel territorio del comune di Casalbuono”, è quanto dichiara il presidente Beniamino Curcio.
Tra le attività oggetto di affidamento anche gli studi specialistici, le indagini geologiche, geotecniche e sismiche e la valutazione di impatto ambientale.
“Parliamo ovviamente di una gara europea, dato l’importo complessivo a base d’asta (1.388.394,97 euro), aperta a tutti i soggetti in possesso dei requisiti richiesti, come indicato negli atti di gara presenti sul sito dell’Ente. La scadenza è fissata all’8 settembre – continua – Con la pubblicazione del bando si avvia di fatto quel percorso progettuale che mira a dotare il nostro territorio di una serie di infrastrutture strategiche, riconosciute di rilevanza nazionale, che servono al paese e al Vallo di Diano, indispensabili per affrontare in un’ottica strutturale problematiche di grande impatto come i fenomeni alluvionali, connessi alle frequenti e rovinose esondazioni del Fiume Calore Tanagro, e quelli della siccità, due facce della stessa medaglia che si chiama cambiamento climatico. Un’opera grandiosa, che punta alla transizione verde, consentendo di aumentare la resilienza dei nostri sistemi produttivi rispetto alle sempre più frequenti e gravi emergenze climatiche”.
La diga potrà svolgere molteplici funzioni a servizio del territorio e delle imprese agricole locali: prevenzione e mitigazione del rischio idraulico e alluvionale, stoccaggio e fornitura di acqua per aumentare la produttività agricola, per la produzione di energia idroelettrica e per lo spegnimento degli incendi boschivi, ammodernamento ed efficientamento degli impianti irrigui consortili che potranno essere alimentati a caduta, estensione dell’irrigazione anche nei contesti agricoli attualmente non serviti, uso ricreativo.
“Non vanno poi sottovalutate le nuove opportunità che può generare la presenza di uno specchio d’acqua per tutto il Vallo di Diano, ma soprattutto per il territorio di Casalbuono, dove , peraltro, già nello studio di fattibilità sono stati contemplati diversi interventi di compensazione ambientale, in primis l’infrastrutturazione irrigua di circa 60 ettari di terreni ricadenti lungo l’asta fluviale del Calore, indispensabile per valorizzare l’agricoltura dei piccoli campi e le relative produzioni tipiche. Ovviamente le opportunità vanno colte e non lasciate al caso – continua – Tutto dipende da noi e soprattutto da quello che siamo capaci di fare o che vogliamo concretamente fare. Parliamo infatti di un grande progetto che non può essere visto come una semplice opera del Consorzio ma come una grande occasione per riprogettare il futuro della nostra area. Ci vuole la condivisione della gente ma la spinta deve venire dalla politica e dagli Enti territoriali, a partire dai sindaci. Non possiamo certo contare sul ‘tacito assenso’. E’ evidente, infatti, che l’invaso, qualora tecnicamente e ambientalmente attuabile, potrà costituire un vero e proprio ‘attrattore ambientale’, in grado di innescare sul territorio altre iniziative progettuali strategiche finalizzate ad attrarre investimenti per sviluppare attività turistico-ricreative di tipo naturalistico, con l’obiettivo di connettere ed integrare agricoltura, beni culturali, centri storici, risorse naturali e paesaggistiche, a partire da quelle di maggiore pregio come Cervati, Foresta Regionale Cerreta-Cognole, sistema fluviale”.
“Forse un sogno. Ma a volte i sogni possono diventare realtà, specialmente quando si prende coscienza delle potenzialità di un territorio ancora inespresse e si ha il coraggio di portare avanti iniziative di ampio respiro, sia pure difficili. Negli atti di gara abbiamo previsto che la fase di progettazione dovrà essere accompagnata da un’efficace attività di informazione e comunicazione: dibattito pubblico. Siamo consapevoli che un’opera del genere si potrà fare solo se voluta dalle comunità locali, a partire da Casalbuono, e solo se non vi siano controindicazioni di natura tecnica o ambientale. Per questo abbiamo previsto che la progettazione dovrà essere portata avanti per step e attraverso verifiche puntuali e progressive, sulla base dei dati che man mano scaturiranno dagli studi e dalle indagini. I dati saranno resi disponibili a tutti e da utilizzare nei processi decisionali a livello locale con la partecipazione di tutte le parti interessate, a partire dai cittadini. Desidero ringraziare, per l’impegnativo e complesso lavoro svolto fin qui, la struttura del Consorzio e in particolare l’Ing. Domenico Macellaro, quale RUP dell’intervento, e il Direttore Generale Mariano Alliegro”, conclude.