Due sorelle, la cui lungimiranza ed instancabile tenacia hanno reso possibile la creazione di un Museo Etnografico ma soprattutto hanno reso i cittadini di Morigerati consapevoli ed orgogliosi custodi della propria terra e delle proprie tradizioni.
E’ la storia di Clorinda e Modestina Florenzano a cui sono state dedicate un’associazione culturale ed uno splendido e ricco museo etnografico della civiltà contadina.
A scoprire la targa all’ingresso della struttura di 12 stanze, fino agli anni ’40 del secolo scorso convento delle suore di Sant’Anna, divenuta nel 1994 Museo di Ente pubblico di proprietà del Comune di Morigerati dopo essere stata creata quale esposizione permanente 18 anni prima, la sindaca di Morigerati Vincenzina Prota, assieme al nipote di Clorinda e Modestina, Fausto Florenzano.
“Queste due donne, in un tempo ed in una cultura maschilista, hanno deciso di dedicare la loro vita alla socialità, alla riscoperta ed alla valorizzazione del territorio, anche attraverso la raccolta di pezzi di una civiltà che stava scomparendo, quella contadina che qui a Morigerati era presente, oltre che con i consueti lavori della terra, con la lavorazione del lino e della cera per la creazione degli oggetti ex voto – sottolinea Fausto Florenzano – In 30 anni, grazie ad acquisti con fondi molto risicati e grazie a donazioni di persone del posto, Modestina e Clorinda hanno raccolto circa 3000 pezzi che ora, dopo essere stati riordinati, fanno bella mostra in questo museo etnografico. La raccolta iniziò nel lontano 1976: uno dei primi musei di questo tipo in Italia. All’epoca le sorelle Florenzano non vennero comprese, a volte furono pure derise, ma il risultato del loro ricercare continuo è oggi sotto gli occhi di tutti, anche in termini di afflusso di visitatori”.
“Le signorine Florenzano – aggiunge il sindaco Prota – rappresentano per noi un bagaglio storico, tutto ciò che Morigerati in questi anni ha portato sempre avanti. Clorinda e Modestina hanno raccolto con il loro lavoro incessante e continuo oggetti da tutto il circondario. La speranza è che siano un esempio, per le generazioni future, di dedizione, amore e passione”.