Ieri gli attivisti di Salerno Animal Climate Save sono tornati sul lungomare Trieste per l’evento “Lascia vivere il mare”, dedicato ai pesci e alle altre creature marine vittime dell’industria della pesca.
Questi animali sono i più macellati al mondo, si calcola che siano uccisi 5 milioni al minuto, ma sono anche i più dimenticati, “perchè vivono in un ambiente diverso dal nostro e non possiamo sentire le loro grida quando vengono catturati e massacrati. Spesso ci si dimentica che anche loro, in quanto esseri senzienti, sono capaci di provare dolore e paura” dicono gli attivisti.
I biologi marini dicono che entro il 2048 il mare avrà perso la maggior parte della sua biodiversità, mettendo in pericolo la sopravvivenza anche della vita terrestre. A questo proposito si è parlato delle conseguenze che provoca l’industria ittica, tra cui il collasso degli ecosistemi marini. “La pesca provoca la morte di trilioni di individui ogni anno – spiegano – a cui si aggiungono le catture accidentali, cioè di quelle specie non considerate commerciabili o che sono addirittura protette, come tartarughe marine e delfini, che rimangono intrappolate nelle enormi reti e in altri attrezzi da pesca dispersi in mare, per poi morire soffocate o per le ferite riportate. E gli allevamenti ittici non sono meno crudeli di quelli per gli animali terrestri, in quanto un numero enorme di pesci sono tenuti rinchiusi e ammassati in un ambiente ristretto, in preda a stress, malattie e parassiti, nutriti con mangimi prodotti con altri pesci e arricchiti di antibiotici. Queste sostanze, insieme alle deiezioni, contribuiscono all’inquinamento e alla riduzione di ossigeno nelle acque“.
Per ribadire il grave pericolo che corrono i mari di tutto il mondo, compreso il Mediterraneo, oltre a immagini e video, durante l’evento un’attivista ha impersonato una tartaruga marina impigliata nelle reti da pesca, in quanto è proprio questa attività che sta minacciando pesantemente la sopravvivenza di questi animali e di tante altre specie marine, anche quando non coinvolti direttamente.
Infine per l’occasione c’è stato un intervento di Nicola Campomorto, attivista per la protezione delle tartarughe marine che si occupa da anni di monitorare i loro nidi sulle coste campane, e grande esperto di fauna selvatica, che si è unito per spiegare come tutelare queste magnifiche creature: “E, indubbiamente, il modo più efficace è quello di rinunciare a portare sulle nostre tavole i pesci e le altre creature che popolano il mare, lasciandolo così vivere“.