“Quella in corso è senz’altro la siccità più critica degli ultimi tempi, peggiore persino delle annate con siccità record: 2003, 2011, 2015, 2017. Non solo non piove, ma siamo oppressi da un costante aumento delle temperature e delle ondate di calore, particolarmente pregiudizievoli per le produzioni agricole e zootecniche. Una situazione davvero drammatica, che sta mettendo a dura prova i nostri sistemi idrici, irrigui ed idroelettrici, determinando seri problemi di scarsità idrica. Purtroppo, da qualche decennio, per via dei cambiamenti climatici, la siccità, da sporadica emergenza, sta diventando ripetuta normalità creando diffuse situazioni di allarme per la disponibilità e per gli usi delle risorse idriche, con crescenti danni all’economia e all’ambiente”.
A dichiararlo è il Presidente del Consorzio di Bonifica Integrale Vallo di Diano e Tanagro, Beniamino Curcio.
Sulla questione è intervenuto anche Vincenzo De Luca che, qualche giorno fa, al termine di un incontro, ha dichiarato: “Vorrei varare un grande piano per la realizzazione di una decina di invasi collinari e concentrare l’attività della Regione su obiettivi di medio-lungo periodo dal punto di vista delle risorse idriche”.
“Una presa di posizione, quella del Presidente De Luca, pienamente condivisibile e che ci ha indotto ad inviare una specifica nota alla Regione con la quale, nell’evidenziare come la siccità stia duramente colpendo anche la nostra zona, si è fatto presente che il nostro Consorzio di Bonifica è alle prese con la sfida degli invasi già da due anni e che da poco più di un mese ha ottenuto dal Ministero delle Politiche Agricole un finanziamento di 2 milioni di euro per la progettazione di opere irrigue strategiche di rilevanza nazionale, tra cui la diga di Casalbuono – aggiunge Curcio – abbiamo quindi chiesto a De Luca di voler tenere conto della nostra iniziativa progettuale nel redigendo piano regionale degli invasi. Concentrare e accelerare gli investimenti sulle infrastrutture irrigue in grado di accrescere la resilienza dei territori rispetto ai sempre più evidenti e devastanti impatti della siccità è l’unica risposta possibile per affrontare in maniera strutturale e con efficacia i problemi di scarsità idrica, superando in questo modo la logica delle emergenze, sempre più onerose in un Paese come l’Italia che sconta forti ritardi proprio sul piano di quelle opere, come gli invasi, che servono per accumulare acqua durante i periodi piovosi per averla disponibile quando manca”.
“Ovviamente l’adattamento ai cambiamenti climatici richiede una strategia più complessiva che impone, accanto alle opere infrastrutturali di medio e lungo periodo, anche azioni più immediate, finalizzate a migliorare e a rendere più sostenibile la gestione delle risorse idriche – conclude – Riguardo alle opere infrastrutturali strategiche, come gli invasi, è del tutto evidente come nel nostro Paese ci sia bisogno di un deciso cambio di passo. Se crediamo davvero in tali opere vanno compiute scelte radicali per far sì che esse possano essere realizzate in tempi europei e non in decenni, come avvenuto finora. Questo ovviamente richiede di rivedere i piani nazionali e regionali, di incrementare le risorse finanziarie dedicate a tali infrastrutture e soprattutto di procedere ad una drastica semplificazione delle procedure burocratiche”.