I figli di papà detenuti sono circa 100mila in Italia. Per loro dal 1° giugno ha preso il via “La partita con papà”, che si disputa in molti penitenziari italiani e fa parte dell’annuale campagna “Carceri aperte” organizzata da Bambini senza sbarre in collaborazione con il Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Dopo due anni di stop per via della pandemia, torna la possibilità di giocare a calcio con i papà dietro le sbarre.
Bambini senza sbarre ha lanciato “La partita con papà” nel 2015. L’iniziativa è partita con l’adesione di 12 istituti, 500 bambini e 250 papà detenuti e si è tenuta tutti gli anni fino al 2019, quando sono state giocate 68 partite in altrettante carceri e città, da Belluno a Palermo, coinvolgendo gli agenti della Polizia Penitenziaria, gli educatori, 3150 bambini e 1700 genitori detenuti.
L’obiettivo principale di questa iniziativa è il mantenimento del legame tra il bambino e il genitore detenuto, un diritto sancito dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Per raggiungere questo obiettivo Bambini senza sbarre prepara i figli che entrano in carcere per il colloquio con i genitori, momento chiave per sostenere il rapporto genitoriale e per facilitarlo con vari mezzi: per esempio il disegnare insieme oppure con uno strumento molto coinvolgente come una partita di calcio.
I bambini dei detenuti spesso dicono al papà “Poi quando esci giochiamo a pallone“. La partita rappresenta una possibile occasione d’incontro, efficace per attivare, consolidare, accrescere il legame tra genitori e figli e condividere un momento di normalità e vicinanza nonostante la detenzione.
“La partita con papà” si disputa anche nel Carcere di Salerno il 21 e 28 giugno, in quello di Eboli il 22 giugno e a Potenza domani, giovedì 16 giugno.