Momenti di forte commozione, ieri pomeriggio, presso l’Auditorium comunale Cappuccini a Sala Consilina alla presentazione della mostra e del cortometraggio “Oltre il filo spinato”. Il progetto è nato in occasione della Giornata della Memoria ed è stato curato da alcuni studenti dell’IPSIA e del Liceo Classico dell’Istituto di Istruzione Superiore “Marco Tullio Cicerone”. Gli alunni Angelo Alagia, Luca Ubaldi, Matteo Godonoga, Denis Marian Todirica, Samuele Mele e Alessia Di Leo si sono presentati e hanno raccontato la storia di speranza, coraggio e amore di Heinz Skall, ebreo internato a Sala Consilina, e di Rita Cairone, nata a Salerno e docente di tedesco nel Liceo salese.
Presente anche Tullio Foà della comunità ebraica di Napoli che ha raccontato come nel 1938 ai bambini ebrei fu vietato di andare a scuola, ai docenti fu vietato di esercitare e i professionisti furono sospesi dagli incarichi. Poi il Governo fascista cambiò la legge solo per la scuola elementare e se in una città si fosse riusciti a formare una classe di 10 bambini di razza ebraica, questi sarebbero stati autorizzati a frequentare una scuola pubblica. Lui all’epoca aveva solo cinque anni, la prima elementare era composta solo da 9 alunni e così il dirigente dell’Istituto “Luigi Vanvitelli” di Napoli cambiò il suo certificato di nascita. Ricorda l’emozione del primo giorno di scuola ma dopo cominciò a notare cose strane: tutti gli altri bambini entravano dal cancello principale mentre la “classe speciale degli ebrei” entrava un quarto d’ora prima e usciva un quarto d’ora dopo da un cancello secondario, faceva palestra in classe e andava in bagno dopo che tutti gli altri bambini fossero tornati in classe.
Foà ha parlato anche dei cambiamenti che ci sono stati all’interno del suo nucleo familiare con l’arrivo delle leggi razziali, ha letto una lettera che un preside polacco, scampato ai campi di sterminio, scrisse per gli insegnanti di tutto il mondo e ha regalato un libro alla scuola.
“Raccontare queste cose è triste – commenta emozionato – Non deve capitare mai più perché non è giusto che un bimbo di cinque anni deve subire questo. Il giorno più bello della mia vita è stato quando sono arrivati gli alleati. Napoli era libera e la Campania era libera, gli alleati si adoperarono per riaprire le scuole e farci riprendere la vita. Io sono andato in prima media e non sono entrato dal cancello secondario ma dall’ingresso principale. Anche a distanza di anni questa cosa mi commuove. Ho capito che avevo riacquistato la mia libertà ma soprattutto la mia dignità”.
“Siamo tutti particolarmente commossi – dichiara la Dirigente scolastica Antonella Vairo – Questo progetto era nato per essere presentato alla Regione Campania e le docenti mi avevano proposto di fare questo lavoro per concorrere ad un progetto. Per una serie di motivi non siamo riusciti a presentarlo, però i ragazzi si erano avviati ed erano particolarmente entusiasti e incuriositi dalla storia di questa coppia che si era conosciuta a Sala Consilina così hanno proseguito nella ricerca. Foà ci ha emozionato con i suoi ricordi e con la sua compostezza ci ha fatto entrare in un momento così duro della storia dell’umanità. Uccisioni inutili si stanno verificando sotto i nostri occhi e questo ci fa stringere il cuore. C’è gente che ancora oggi soffre per la follia del genere umano”.
Sono intervenuti il primo cittadino Francesco Cavallone e le docenti Sara Petti, Annarosa Palladino e Maria Pia Scutiero che hanno sottolineato l’impegno e la dedizione con cui i ragazzi hanno curato il progetto e l’importanza della testimonianza di Tullio Foà affinché questi eventi vengano ricordati costantemente. I ragazzi a fine evento hanno ringraziato, tra gli altri, anche Ondanews per aver contribuito con una sua intervista alla realizzazione del progetto.